Sono in programma martedì 20 ottobre a Carugo i funerali di Alfio Molteni, l’architetto ferito a morte mercoledì scorso davanti a casa. Nella parrocchia di San Bartolomeo apostolo alle 15. Intanto le indagini per risalire ai responsabili del delitto continuano e gli investigatori sono al lavoro anche per risolvere il mistero della chiamata ai soccorsi: non sarebbero stati i famigliari, ignari dell’aggressione a colpi di arma da fuoco, non sarebbero stati i vicini di casa né lo stesso Molteni, morto in ospedale un’ora dopo il ricovero.
L’ipotesi più accreditata è che sia stato un passante, quella più ardita è che siano stati gli stessi killer. L’architetto aveva subito diverse minacce e sembra che anche in questo caso l’obiettivo fosse di spaventarlo, non di ucciderlo.
E sono due i paesi che lo piangono. Anche Verano Brianza è sotto choc: qui il cinquantottenne architetto era arrivato con il matrimonio, nel 1984. E con la ex moglie, da cui aveva divorziato dal 2011, aveva vissuto, fino a dieci anni fa, in un condominio di via Privata Pasubio dove ventisei anni fa era diventato padre di un ragazzo che ha ereditato da lui la passione per l’architettura e che ora lavora in uno studio di Milano.
Nel 2005 Molteni era ritornato a vivere a Carugo. Schivo e riservato, non partecipava alla vita del paese, ma i pochi che lo hanno conosciuto lo raccontano come un uomo squisito e garbato, dai modi eleganti e raffinati, cordiale e socievole.
Nei giorni dopo l’omicidio i veranesi si stringono in un affettuoso abbraccio virtuale al figlio della vittima, e il sindaco Renato Casati dice: «Si vorrebbe che fatti vili e incresciosi come questo non capitassero mai e soprattutto mai nel nostro territorio, che pensiamo sempre immune da delitti efferati. Il mio pensiero di cordoglio va al figlio e alla famiglia dell’architetto».