Mancano fondi alla fermata Monza Est, il quartiere Libertà si mobilita

La conferma dal consiglio regionale su richiesta del consigliere Pd Gigi Ponti. In preparazione un'assemblea pubblica.
Il Besanino in transito a Monza
Il Besanino in transito a Monza

È sempre più un treno chiamato desiderio quello che dovrebbe fermarsi per raccogliere e far scendere i passeggeri nel quartiere Libertà di Monza. L’ennesima doccia fredda è stata data dal consiglio regionale che, pur ritenendo la fermata Monza Est “strategica” (lo ha confermato l’assessora alle infrastrutture e opere pubbliche Claudia Terzi) ha ammesso che mancano le risorse per completare il finanziamento per questa opera, una sorta di metropolitana di superficie, utile non solo per i cittadini monzesi, ma strategica per l’intera Brianza. 

Monza: mancano fondi alla Est, verso l’assemblea pubblica

A chiedere lumi in proposito era stato il consigliere regionale Pd brianzolo Gigi Ponti. I residenti, delusi, non intendono, però, arrendersi. La consulta ha in mente di organizzare a breve un’assemblea pubblica per esprimere la volontà del quartiere ad ottenere l’agognata stazione. «Siamo ancora in fase organizzativa -precisa il coordinatore della consulta Libertà Valter Artelli– ma vorremmo invitare i rappresentanti del territorio, anche coloro che erano in carica quando si era iniziato a parlare della fermata». 

Monza: mancano fondi alla Monza Est, la Regione?

Tra i cittadini c’è chi vede ancora buoni margini di intervento e chiede al quartiere e all’intera città di mobilitarsi. «Regione Lombardia mi sembra in contraddizione -sottolinea Giovanni Vergani, cittadino attivo-dice che la Monza Est è un’opera strategica e poi non ci mette nemmeno un euro. Serve fare sentire la nostra voce. Altrimenti sarà impossibile realizzare la fermata entro fine 2024 come previsto dall’accordo siglato da Regione Lombardia con il Comune di Monza». Ma non manca chi alla delusione associa la rassegnazione.

«Temo che ci abbiano fatto solo vane promesse – sussurra qualcuno – la risposta della Regione fa capire che al momento mancano le buone intenzioni. I costi nel tempo sono lievitati e i soldi non ci sono. Se le cose non cambiano, e sarà molto difficile, avremo a che fare con l’ennesima opera incompiuta».