Un migliaio di fedeli in rappresentanza dell’intera comunità di San Pio X del quartiere Molinello di Cesano Maderno ha presenziato nel pomeriggio di lunedì alle esequie di don Luciano Ruggeri, già parroco di San Pio X dal 1976 al 2007, deceduto il 14 gennaio all’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone dov’era residente dal 2018.
Il funerale, celebrato all’aperto negli ampi spazi dell’oratorio, è stato presieduto da monsignor Luigi Stucchi, vescovo emerito di Milano all’altare con monsignor Luciano Angaroni, vicario episcopale per la zona V e con il parroco della comunità pastorale Pentecoste, don Stefano Gaslini. Al loro fianco altri dodici presbiteri.
Sull’altare i labari del gruppo Alpini, Protezione Civile, Anpi, associazione nazionale Carabinieri volontari, Croce Bianca di Milano sezione di Cesano e cooperativa sociale Il Seme. Il picchetto d’onore alla salma era composto da rappresentanti della Croce Bianca, Protezione Civile, Alpini e Carabinieri volontari. Presenti il sindaco Maurilio Longhin, che ha proclamato una giornata di lutto cittadino, con gli assessori Simone Buraschi, Silvia Boldrini, Alberto Vaghi e Luca Zardoni, presidente azienda municipale cimitero. Cerimoniere della funzione il vicario parrocchiale don Angelo Valera.
Il vicario episcopale ha letto il messaggio dell’arcivescovo Delpini: “Molti gli devono riconoscenza, soprattutto i fedeli della parrocchia san Pio X in Cesano Maderno in cui don Luciano ha profuso tutte le sue energie espresse con la sua creatività ed intraprendenza accompagnando una giovane comunità verso la maturità, dove don Luciano ha amato, ha pregato, ha sofferto. E i fedeli di san Pio X hanno ricambiato la dedizione di don Luciano con una premurosa sollecitudine stando a lui vicini anche negli anni della malattia. Quando non poteva più dire niente, ha continuato a parlare con la vita e la preghiera”.
All’omelia monsignor Stucchi ha ricordato tra l’altro che : “Sono passati pochi giorni dalla celebrazione nella quale abbiamo consegnato al Signore Risorto don Mario Mascheroni che nei primi anni Settanta ha svolto il suo ministero in questa parrocchia di cui era parroco don Luciano, oggi accompagniamo don Luciano allo stesso incontro. È il passaggio che fa o farà incontrare per sempre ciascuno di noi nello splendore della comunione dei santi, della chiesa che si va configurando in eterno nello stesso splendore di Cristo come comunione dei santi. Noi siamo predestinati a vivere per sempre in questo splendore”.
In un altro passaggio ha sottolineato come “il ministero sacerdotale fa incontrare le persone in profondità per diventare tutti uno. Ecco la chiesa su questa terra, la chiesa nelle diverse articolazioni in cui si fa presente sul territorio, la chiesa animata dallo Spirito per diventare sempre più viva e santa. Così un prete vive, serve e muore per questo servizio di paternità. Questa paternità è riconoscibile ed è stata feconda nel ministero del nostro don Luciano, come padre dei figli di Dio cresciuti in questo territorio”.
Ha concluso dicendo: “Don Luciano aveva il breviario come strumento, il confessionale come luogo di speranza, l’esserci come certezza che trasmette sicurezza e fiducia e rende gli uni prossimi degli altri, il padre presenza preziosa e affidabile per tutti”.
Al termine il sindaco Longhin molto commosso ha ripercorso il cammino di don Luciano dal suo arrivo, nel 1976, sottolineando che “è difficile separare le parole che possono essere dettate dal ruolo istituzionale che ricopro, da quello che sorgono dal sentimento e dal cuore soprattutto perché con molti amici e persone presenti, in questo oratorio, con don Virginio Pedretti prima e don Luciano poi, sono cresciuto, accompagnato nel percorso di fede e diventato uomo”.
Anche i ragazzi della cooperativa sociale Il Seme, fondata da don Luciano, per voce di Massimo del Cotto, un dipendente della cooperativa hanno espresso il loro pensiero : “Ci mancherai in cooperativa, dal paradiso ci darai la forza di superare le difficoltà, dal cielo guardaci, grazie per tutto quello che hai fatto, ci hai insegnato il valore dell’umanità e l’importanza di stare insieme”.
Il saluto a nome dell’intera comunità di San Pio X l’ha rivolto Franco Pagliazzo, responsabile del teatro Pedretti. Infine il parroco don Gaslini ha citato un passo del Siracide: “Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Il Signore li ha resi molto gloriosi, la sua grandezza è da sempre. Capi del popolo con le loro decisioni e con l’intelligenza della sapienza popolare, saggi discorsi erano nel loro insegnamento. Questi furono uomini di fede e le loro opere giuste non si dimenticano”.