Lissone, storia di Mario Brivio, alpino di ferro: 80 anni di montagna con 38 partecipazioni alla Marcialonga

«Ho provato tutte le discipline legate alla montagna, l’arrampicata però è quella che mi gratifica, mi emoziona sempre- spiega Mario- dal Resegone, al Monte Bianco, sino alle Dolomiti ho provato tutto»
Mario BRIVIO
Mario BRIVIO Foto Gianni Radaelli

Un super sportivo: scalatore, corridore, camminatore, sciatore. A 80 anni Mario Brivio vanta la partecipazione a ben 38 edizioni della Marcia longa, giusto per dirne una, ma la sua vera grande e unica passione è la montagna. Alpino, socio Cai e per 30 anni volontario nella Protezione Civile Alpini. Una militanza che gli è valsa una medaglia al merito, consegnata nei giorni scorsi in occasione dell’assemblea sezionale di tutti i Gruppi Alpini di Monza e Brianza, è stato premiato per la sua lunga carriera di volontariato nella Protezione Civile degli Alpini. Ben trent’anni di onorato servizio da cui viene congedato per limite di età con una medaglia al merito e attestato di servizio nella Protezione Civile ANA.

Il Gruppo Alpini di Lissone ha festeggiato con lui questo traguardo con orgoglio per un Alpino che ha raccolto grandi successi anche in campo sportivo. «Sin da ragazzo ero iscritto al Cai ho sempre avuto un amore per la montagna- racconta Mario- tanto che quando è arrivato il momento di fare il servizio militare non ho avuto dubbi: alpino. Ero in Val Veny, in Val d’Aosta, in quel periodo ho anche imparato a sciare, prima discesa poi fondo. Anche arrampicata è sempre stata nelle mie corde, non ho mai avuto timori anzi ho sempre avvertito una vera e propria spinta verso gli sport estremi».

Giusto per non perdersi nulla è stato anche paracadutista, il suo fisico minuto e piccolo non l’hai aiutato molto però, in queste discese, al contrario per le salite a mani nude sulle vette. Piccolo e agile non l’ha mai fermato nulla. «Con la Protezione Civile, Ana, sono stato in diversi paesi d’Italia post terremoti- continua- dal Friuli a L’Aquila, in quei momenti condividevo con loro la fatica della ricostruzione. I loro sorrisi e le loro parole sono state le emozioni più belle. Alipini e Ana sono come una famiglia per me, sono cresciuto con loro e continuerò a farne parte». Anni dedicati agli altri, con il cappello d’alpino e la divisa della protezione civile che, ancora oggi ricorda molto bene, così come racconta con emozione i traguardi sportivi che ha raggiunto in una vita, il tutto mentre continuava la sua attività artigianale di tappezziere.

«Ho provato tutte le discipline legate alla montagna, l’arrampicata però è quella che mi gratifica, mi emoziona sempre- prosegue Mario- dal Resegone, al Monte Bianco, sino alle Dolomiti ho provato tutto. Con i miei compagni di cordata, perché si scala sempre in due, la mia prima spalla Beppe (Giuseppe) Rovelli, poi il friulano Silvano Coma e ultimo in ordine di tempo Alberto Ramazzotti. Quante ne abbiamo fatte insieme». Come aver “aperto” ben 3 vie (pareti per gli scalatori) sul Resegone, la via Mariuccia (dedicata alla proprietaria del rifugio) Città di Lissone e Sandro Villa (un ragazzo che ha perso la vita proprio in montagna) e due sull’Adamello: lo spigolo dei lissonesi e quella dedicata al maestro Pozzi.

«Per tutti noi alpini Marietto, come lo chiamiamo, è un esempio- conclude Paolo Grottoli, presidente del gruppo alpini Lissonese- lui ci sprona a dare sempre di più e meglio. Ricordo un paio d’anni fa la sua ultima ferrata, in solitaria perché non eravamo attrezzati, eravamo al rifugio Brioschi. Aveva solo due cordine e le sue mani. Non ci ha ascoltato è andato e dopo un’ora e mezza è tornato dicendoci che, in effetti, era una parete tosta da scalare. Siamo rimasti senza parole eccezionale, speciale unico Marietto». Gli alpini aspettano tutti in piazza, sabato 5 giugno per la vendita delle stelle alpine in piazza Libertà.