“Salviamo l’oratorio San Luigi di Lissone”. E’ il nome del gruppo Facebook apolitico, spontaneo, nato per volontà di chi ha a cuore il passato, il presente e il futuro di una delle strutture cittadine dal grande valore affettivo per i lissonesi. Una pagina che fa riaffiorare i ricordi, attraverso fotografie storiche e documenti di un tempo, ma pone soprattutto l’accento su un tema attualissimo: il destino di un luogo che da 9 anni non è più aperto al pubblico perché in gran parte inagibile e inutilizzabile.
Abbiamo contattato uno dei moderatori, Cinzia Colzani, per farci raccontare lo scopo di questo gruppo. Che, ci dice, vuole anzitutto difendere un bene storico, incentivando se possibile ancora di più la discussione popolare per giungere in tempi celeri a far definire, chi per le proprie responsabilità, il disegno futuro dell’oratorio di via Don Colnaghi.
Non è di proprietà comunale, ma appartiene alla Comunità Pastorale.
«Questo gruppo è apolitico, è sorto per volontà mia e di mio figlio perché siamo di fronte ad un problema che riguarda la società tutta- spiega l’amministratrice- da quando la chiesa non è più aperta, si è iniziato a parlare molto di questo tema e si sono sentite tante cose. Sono trascorsi oramai 9 anni. L’episodio della croce pericolante, rimossa settimana scorsa, ha riportato sotto i riflettori il tema. E così abbiamo deciso di aprire questo gruppo. Questa chiesa rappresenta la nostra storia, questo luogo è sorto per volere dei nostri soldati che andavano in guerra, è dedicata ai soldati caduti e dispersi. La prima pietra è del 1944. Fu inaugurata 16 ottobre 1948, nel giorno della Sagra di Lissone e benedetta dal prevosto don Angelo Gaffuri nel suo 25 anno di sacerdozio.
Per i lissonesi questa chiesa rappresenta un pezzo di storia importante». Un luogo che va “salvato” secondo Cinzia Colzani. “Lo dobbiamo a coloro che l’hanno fortemente voluto e costruito, alle generazioni di lissonesi che lì hanno vissuto anni importanti della loro vita- afferma- con questo gruppo vogliamo incoraggiare una discussione che possa arrivare al dunque: noi non vogliamo che questa chiesa venga distrutta, vogliamo salvare l’oratorio San Luigi. Come? Credo che si debba mantenere lo spirito originario, dando la possibilità di conservare un luogo ricreativo, ludico e di crescita per i giovani. Vogliamo che venga riaperto il San Luigi e venga mantenuta viva la memoria dei giovani che combatterono al fronte e coi loro risparmi consentirono la costruzione di questa chiesa”.
Il dibattito sul futuro dell’oratorio è sempre più sotto i riflettori. L’amministrazione comunale, in tempi non sospetti, si è interrogata per comprendere cosa possa essere effettivamente preservato e cosa, invece, è possibile sacrificare per ottenere servizi da rendere disponibili alla collettività. Ovvero, ragionare sui progetti, sui valori, sui costi da affrontare, ciascuno per la sua parte e la sua competenza. Serve radunare idee e dati certi, in modo da poter avere tutti gli strumenti necessari per poter decidere. Il futuro del San Luigi è decisamente la sfida forse più urgente. Un gruppo social aperto spontaneamente dai cittadini (che sta raccogliendo anche adesioni di politici della città) rappresenta un angolo virtuale di discussione, uno strumento per convogliare idee attraverso il web, un contenitore accessibile per coinvolgere persone attorno ad un tema che attende risposte. Nato il 4 aprile scorso, il gruppo (chiuso) di Facebook “Salviamo l’Oratorio San Luigi di Lissone” conta quasi 200 membri.