La quarantena raccontata attraverso le immagini. Il virus è impersonato dal lupo cattivo e la famiglia chiusa in casa i tre porcellini. Questi i personaggi di “Io resto a casa” il libro che l’artista Ayumi Kudo, giapponese d’origine ma lissonese d’adozione ha realizzato durante i mesi di quarantena. Un testo particolare, fatto di immagini e parole, nato per allontanare la tristezza di quei giorni bui e difficili e, a volte, raccontato attraverso gli occhi della piccola Ui, la figlia di Ayumi.
Alcune delle immagini sono state presentate in anteprima durante gli appuntamenti di “In viaggio verso Libritudine 2021” in biblioteca e hanno colpito i presenti. «Quando ho fatto la presentazione alla biblioteca- racconta Ayumi- una signora ci ha detto “mi sono voluta allontanare dalla tristezza di quei giorni. Guardando le tue immagini e ascoltando la tua storia mi sono emozionata ripensando a quel periodo”. Con quelle parole mi ha emozionato perché anch’io volevo staccare dalla tristezza e non avrei mai immaginato di disegnare, ogni giorno, le nostre emozioni. Tutto è nato quasi per caso, ho iniziato a disegnare la serie “io resto a casa” per cercare di mantenere una sorta di equilibrio e di benessere della mente e per comunicare attraverso la mia prospettiva la realtà dell’Italia ai giapponesi. Con l’evolversi della situazione il mio progetto è cambiato. Ogni giorno ho realizzato un disegno come se fosse una mia lettera indirizzata agli italiani». Tra le immagini non manca l’arcobaleno, che lancia baci perché la piccola Ui voleva mandare il proprio affetto a tutti mantenendo la distanza, c’è anche l’immagine della speranza, seminata in un vaso, un ringraziamento poi a tutti coloro che hanno continuato a lavorare mantenendo un senso di normalità. «Ho voluto rappresentare l’ansia come un rifiuto- continua- da depositare insieme a tutto il resto perché ero molto preoccupata e agitata. Come tanti ho cucinato, quando è venuto a mancare il lievito ho imparato a fare il lievito madre con la buccia della mela, serve pazienza per questo una qualità che mi mancava e ora ho trovato. Ho fatto anche delle conserve che poi donerò agli amici per condividerle, ci sono mancati, noi qui siamo soli non abbiamo nessun familiare». Un’esperienza forte per tutti, un periodo difficile che ora potrà essere rivissuto con uno sguardo diverso, una sorta di diario di bordo in cui sono racchiuse le emozioni che molte persone hanno vissuto. «Mia figlia è stata la mia musa, anche per noi non è stato facile farle capire la situazione, è piccola, ma si è dimostrata molto perspicace- conclude Ayumi- mi ha dato delle risposte che mi hanno lasciato senza parole. Ogni giorno dimostrava di essere forte e mi continuava a dare idee per realizzare questo libro. A maggio, quando ci hanno dato il permesso di uscire, ho raffigurato la luce di una candela come un segno di speranza, di positività. Mentre in chiusura ha usato una margherita che, in genere si usa per fare m’ama non m’ama, è diventata “corona virus si. Corona virus no”. Anche mio marito ha collaborato con alcuni disegni si vede la sua “mano” ha una tecnica diversa ma è un segno dell’aver vissuto insieme questa strana quotidianità. Credo che parlare con gli altri di come hanno vissuto quest’esperienza e ascoltarli siano un modo per alleviare il dolore e l’ansia che tutti abbiamo provato. Il mio desiderio è che questo libro sia utile per capire cosa abbiamo provato in quei mesi per non dimenticarci di quanto è successo». Il libro verrà stampato prima per il Giappone, i testi che corredano le immagini sono sia in italiano che in inglese e giapponese, poi l’artista spera di poterlo stampare anche in italiano.