La Città di Lissone e il legame con il soldato Ettore Ferrari. Non era di Lissone quando è partito per la guerra, ma residente nell’hinterland monzese, ma grazie all’Ancr e al rapporto dei parenti con la città brianzola, il IV Novembre ha segnato un momento molto particolare per Lissone.
In occasione delle celebrazioni per la Festa delle Forze Armate, oltre alla scoperta del cippo in memoria del Milite Ignoto, al cimitero cittadino si è svolto un altro memento di vera commozione. Nei giorni scorsi le associazioni d’Arma di Lissone hanno ricevuto una comunicazione da parte di Enia Accettura, coordinatrice del Gruppo di ricerche e recuperi di cimeli appartenuti ai soldati dell’Armir (l’Armata italiana in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale), in cui si comunicava che era stata recuperata in Russia sui territori di guerra a Certkovo (sul fronte del Don) una piastrina di riconoscimento italiana del soldato reduce Ettore Ferrari.
Il soldato Ferrari era stato inviato sul fronte russo dal 13 luglio del 1942 e lì rimase fino al 15 dicembre 1942 coinvolto nell’operazione “Piccolo Saturno” che portò allo sfondamento e al crollo dell’VIII armata sul Don.
Ferrari venne ricoverato in vari ospedali per congelamento ai piedi e alla gola e venne successivamente rimpatriato.
Il 17 luglio del 2002 fu decorato con la Croce di guerra al merito per la campagna di guerra sulla frontiera alpina occidentale e sul fronte russo. Morì a Monza nell’agosto del 2012 .
«Con partecipazione, insieme ai rappresentanti lissonesi dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e al suo presidente Giacomo Monguzzi, in occasione della celebrazione del IV Novembre abbiamo ri-consegnato la piastrina di riconoscimento alla figlia Luisa e al nipote» afferma il sindaco di Lissone, Concettina Monguzzi. Un’occasione resa nota solo nella mattinata stessa, quella di domenica 7 novembre.
Un momento particolarmente toccante. «Uno speciale ringraziamento va rivolto all’associazione ’Armir, il ritorno dall’oblio’ che, ricercando oggetti a distanza di anni, riporta in vita storie di persone e rende evidenti a noi la fatica, l’impegno, il dolore di chi visse la Seconda Guerra Mondiale_ aggiunge il sindaco – tenere viva la memoria di chi ha partecipato al più drammatico conflitto del novecento, insegna ad apprezzare ancora di più i valori della pace e della democrazia.
Mi unisco all’appello dell’Ancr di Lissone: “Che il ricordo e la memoria di tante giovani vite sprecate in quella immane tragedia che fu la guerra di Russia e quelle perse nella Prima Guerra Mondiale restino impresse nella nostra mente e tramandate ai nostri giovani. Solo così quelle persone non saranno morte invano”».