Sarebbe stata una “azienda di famiglia” che produce divani, a Lissone, la base logistica di un una banda, composta da due fratelli, il padre e una quarta persona, tutti arrestati, che avrebbe gestito un presunto traffico illecito di droga tra la Brianza e la Toscana, in particolare Massa Carrara. Proprio l’azienda brianzola, dicono i carabinieri che si sono occupati dell’indagine, denominata “Divani & Sofà”, “permetteva di sfruttare le potenzialità logistiche e di trasporto per muovere o stoccare ingentissimi quantitativi di droga”. In una occasione un camion era stato “imbottito” con oltre 700 chili di marijuana.
I due fratelli di 36 e 45 anni, residenti uno in Toscana l’altro a Lissone – il secondo, dicono i carabinieri massesi, tratto in arresto mentre si trovava ricoverato all’ospedale di Sesto San Giovanni – sono ritenuti dai carabinieri del Comando provinciale di Massa Carrara, che hanno condotto l’inchiesta, coordinata dalla Dda di Genova, i leader dell’organizzazione.Il padre, di 73 anni ( ai domiciliari, anche lui a Lissone) si sarebbe invece occupato del trasporto dello stupefacente. Il quarto coinvolto, un 58enne, della provincia di Massa Carrara, avrebbe curato lo stoccaggio e lo smercio della droga sulla piazza della cittadina toscana.
Una quinta persona, un 63enne residente sempre a Lissone, che avrebbe avuto un ruolo nel trasporto della droga e nella predisposizione delle auto per occultarla durante i viaggi, è stata colpita dalla misura dell’obbligo di dimora.
A tutti è contestata la “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (…) nonché diversi episodi di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti commessi tra il 2018 e il 2019”. Tanto che tra la Brianza e Massa, avrebbero istituito: “una vera e propria rotta della droga” dicono i carabinieri
In un anno e mezzo di indagini sarebbe emerso che l’organizzazione, composta da massesi e brianzoli, sarebbe stata: “impegnata nell’approvvigionamento, anche dall’estero, di ingenti quantitativi di hashish, marijuana e cocaina, che venivano successivamente smerciati in diverse province d’Italia, in particolare quelle di Massa, Lucca, Milano, Monza, Como, Varese e Ravenna. L’organizzazione operava mediante un sistema di importazione, stoccaggio e smercio dello stupefacente profondamente rodato, grazie ad una minuziosa suddivisione dei ruoli e dei rispettivi compiti tra i diversi sodali”.
Nel corso delle indagini sono state arrestate altre 9 persone in flagranza di reato e sequestrati complessivamente 134 chili di hashish, 673 di marijuana e numerose dosi di cocaina.