Lissone, bus scolastici nel mirino di studenti e genitori: «Sono pochi e in ritardo»

A Lissone scoppia il caso: studenti costretti a viaggiare stipati gli uni contro gli altri, su autobus spesso in ritardo, e ad attendere i pullman all’uscita da scuola per oltre mezz’ora. In più «vessati» dai controllori. Ecco cosa dicono.
Lissone, studenti in attesa dell’autobus
Lissone, studenti in attesa dell’autobus Gianni Radaelli

Costretti a viaggiare stipati gli uni contro gli altri, ad attendere i pullman all’uscita da scuola per oltre mezz’ora e «vessati» dai controllori. Sono le condizioni con cui, secondo un genitore, devono fare i conti ogni giorno gli studenti diretti all’istituto Europa Unita di Lissone che si spostano sui pullman della linea Z228 Monza-Lissone gestita da Autoguidovie.

«Il livello del servizio – spiega Marco S. – è inaccettabile sia per il sovraffollamento, che contrasta con le più elementari norme di sicurezza, sia per la frequenza delle corse».
Gli orari degli autobus, denuncia, non sono calibrati sulla base di quelli di ingresso e uscita da scuola così i ragazzi che, a causa dei mezzi strapieni, non riescono a salire pur cercando di spintonare i compagni sono costretti a tornare a casa a piedi.

A fronte di un tale disagio, attacca, la società che fornisce il trasporto pubblico si limita ad appioppare sanzioni, a suo giudizio in maniera ingiustificata. Sua figlia, il terzo giorno di lezione, è stata multata in quanto non aveva nello zaino la «matrice magnetica venduta gratuitamente con il settimanale». La ragazza l’aveva staccata e lasciata a casa e, pur avendo timbrato regolarmente il biglietto giornaliero, mostrato al controllore la tessera studenti e quella annuale, si è vista affibbiare un’ammenda salata: avrebbe potuto sborsare immediatamente 30 euro, che sarebbero lievitati a 46,60 se avesse pagato entro 5 giorni dalla contestazione, a 59,60 entro due mesi e balzati a 146,30 dopo tale termine.

«Ho fatto ricorso all’Urp dell’Atm – spiega – sia da quell’azienda che da Autoguidovie mi hanno detto che la matrice va esibita, come riportato sulla stessa, ma non hanno saputo spiegare il motivo. Di fatto non ci sono ragioni reali perché un controllore multi una ragazza di prima liceo solo perché non ha un documento di viaggio su quattro: qui siamo di fronte a una volontà vessatoria da parte di chi dovrebbe fornire un servizio adeguato, tra l’altro pagato in anticipo, e non lo fa».

La matrice magnetica, secondo il genitore, va timbrata solo da chi viaggia in metropolitana e si sposta gratuitamente con i mezzi pubblici la domenica purché non utilizzi uno dei biglietti durante la settimana.

«Nelle vicinanze della Z228 – commenta – non esiste alcuna metropolitana e un giovane di Monza non ha alcun motivo per andare a Lissone nei giorni festivi: il controllore avrebbe potuto semplicemente invitare la ragazza a non lasciare a casa la matrice dato che noi abbiamo versato tutto quello dovevamo. Qui non ci troviamo di fronte nemmeno a una ipotesi di reato».
«Vorrei – prosegue – che le aziende considerassero queste cose e come viaggiano gli adolescenti: invece di trattarli così dovrebbero aggiungere qualche corsa nelle fasce di ingresso e di uscita da scuola. Basta un’occhiata per capire che al mattino e al mezzogiorno è impossibile salire sui mezzi mentre in altri orari gli autobus sono vuoti».

Dal canto loro gli studenti dicono: «Siamo stipati come sardine». È il primo dei commenti fatti dai ragazzi quando si tocca il tasto dei mezzi pubblici, seguiti da una serie di commenti negativi legati al quadro orario degli stessi.
«Non c’è un bus puntuale – dicono i ragazzi all’uscita delle lezioni dall’Europa Unita – ogni mattina è un terno al lotto. Ci alziamo sempre prima perché non sappiamo se il nostro mezzo sarà puntuale o, se peggio ancora, in anticipo. Spesso capita che se arriva alla fermata in anticipo riparte senza aspettare nessuno. In particolare lo Z228 che ci permette di muoverci a Lissone non è mai puntuale, alcune volte quasi potremmo muoverci a piedi e faremmo più in fretta».

«Nel corso della giornata il bus passa solo sei volte, in particolare lo Z234, tra andate e ritorni e non è abbastanza – dicono due studentesse – Chiediamo che il servizio venga ampliato, anche perché negli orari di punta siamo stipati come sardine, uno incollato all’altro».

E poi orari e percorrenza. Lo Z228 è il mezzo più usato, quello che porta in direzione Seregno, da chi arriva da Monza: dalla fermata di via Boito basterebbe una mezz’ora per arrivare a scuola, mentre spesso il viaggio è di un’ora. «Ma perché arriva in ritardo», dicono gli studenti.

La lamentela condivisa da tutti è che i mezzi accumulano ritardo sin dalla partenza al mattino in questo modo tra una fermata e l’altra i tempi si allungano e il rischio di arrivare in ritardo è sempre molto elevato. Stesso discorso all’uscita: il fatto che i mezzi siano garantiti sino alle 14.30 e poi nulla comporta, per chi si deve fermare a scuola, notevoli disagi. E c’è anche il caso di chi esce alle 11 e deve aspettare sino alle 12.10 per poter tornare a casa, perché un mezzo nel frattempo non è previsto. Insomma, chiosano gli studenti: «Una continua corsa contro il tempo».