“Io, perlomeno, sono qui a raccontarla”. Inizia così l’intervento di Franco Verga, ex sindaco di Macherio, sulle pagine de “Il Paese”, il mensile che ha fondato e anche diretto, nel quale rivela di aver avuto il Covid.
“Chi ha provato come me confermerà che è una prova pesante – scrive Verga -non potersi muovere né leggere, supposto che se ne abbia voglia, avere perennemente la sensazione di soffocamento nonostante l’ossigeno arrivi più che abbondante…insomma sentirsi prigionieri. Se si riesce a dormicchiare, basta un risveglio brusco, magari a causa di un brutto sogno, per perdere l’orizzonte, non capacitarti di dove ti trovi, a fare che cosa e perché. E’ un segno di debolezza confessare la paura, il senso di solitudine, la confusione mentale che avverti ti sta avvolgendo, il cogliere sempre più fievolmente che il computer del tuo cervello sta perdendo colpi?”.
Verga riesce a vincere il virus, viene dimesso. Subito dopo anche sua moglie viene ricoverata. “Rivedere il tuo percorso sul corpo di una persona cara è altrettanto doloroso. Ma aveva ragione il poeta: la femmina è migliore del maschio” scrive l’ex sindaco “certe prove ti obbligano- salutare obbligo- a fare la classifica dei valori della vita. Cose su cui prima ti accanivi, ritenendole centrali, si mostrano di colpo per quello che sono in realtà e scendono di posizione: dalla seconda o terza scivolano inesorabilmente alla decima, alla trentesima, al niente. Viceversa balzano ai primi posti i valori, veri, che non sono quelli un po’ roboanti scritti con la Maiuscola, ma i sentimenti quotidiani: il bisogno di relazioni umane”.