Una lettera aperta, firmata dai cinque governatori delle regioni che sono finite in zona arancione. Il presidente della Calabria, Antonino Spirlì, quello dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, quella della Lombardia Attilio Fontana, quello della Sicilia Nello Musumeci e quello del Veneto Luca Zaia hanno preso carta e penna e inviato al capo del governo, Giuseppe Conte, al ministro della salute Roberto Speranza, a quello dell’Economia Roberto Gualtieri, al collega con la delega agli Affari regionali Francesco Boccia e al titolare dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà una lettera per chiedere certezze sui ristori economici. «L’unico modo per limitare l’incertezza generale creata da questo sistema a colori, che cambia ogni settimana, è che almeno sui ristori economici ci sia chiarezza, cosa che ad oggi ancora palesemente manca» ha commentato il governatore lombardo Fontana,
La zona arancione, spiegano i cinque presidenti, se da un lato deriva dall’evoluzione della pandemia di Covid-19 e dalle scelte fatte per un suo contenimento, dall’altro avrà una «ricaduta drammatica su imprenditori e operatori impegnati in attività produttive, commerciali, ricettive, turistiche, gastronomiche, sportive e ricreative» si legge nella missiva. «Il provvedimento impone ulteriori restrizioni alla mobilità dei cittadini e alla normale conduzione delle attività economiche dei tessuti produttivi, già duramente messi alla prova e segnati da un punto di vista finanziario, economico e operativo da precedenti provvedimenti restrittivi e dal lungo lockdown primaverile» continuano i cinque governatori.
«Alla luce di questa situazione di profondissima crisi in cui si dibattono migliaia di imprese – si conclude la lettera -, siamo a chiedere che il governo fornisca doverose e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, onde evitare ulteriori penalizzazioni a queste categorie e affinchè venga scongiurato il rischio assai concreto che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni».