Ogni ofelé fà el so mesté. Con questo vecchio adagio brianzolo, prendo congedo dai lettori del Cittadino. Da lunedì ci sarà un nuovo direttore, avrete tempo e modo di conoscerlo. Il compito che avevo concordato con l’azienda si è esaurito. Sono stati nove mesi ricchi di notizie che difficilmente capitano nella carriera intera di un direttore, figuriamoci concentrate tutte insieme in meno di un anno: il colloquio con Papa Francesco a Roma con la presentazione del nostro speciale realizzato con il contributo di tutti i nostri lettori, la grande messa di popolo del pontefice al parco di Monza, il ribaltone elettorale a Monza, l’arresto del sindaco di Seregno. Un periodo di grandi novità professionali, che si sono aggiunte a quelle personali.
Vado veloce con i ringraziamenti: grazie ad azienda, redazione, cronisti, area commerciale, grafici, marketing e diffusione. Mi hanno supportato al massimo delle loro capacità (e sono tante) in questo periodo. E sono sicuro che lo faranno anche con il mio successore.
Non lascio il giornale, mia casa professionale (e non solo) da 21 anni, ma torno a fare il giornalista (e qui si spiega l’adagio con cui ho iniziato queste poche righe). Ho sempre pensato, e lo penso tuttora, che la voce di chi dirige debba levarsi solo quando serve, altrimenti il passo da direttore a trombone può essere brevissimo. Al Cittadino auguro di restare libero da vincoli per raccontare Monza e la Brianza come sta facendo da quasi 120 anni. Solo così può continuare a essere una voce autorevole e soprattutto indispensabile per il territorio.
Chiudo con l’invito contenuto nel mio primo editoriale di gennaio: venite a trovarci nella redazione di via Longhi 3 a Monza. Il Cittadino ha bisogno della vicinanza, dei consigli e delle segnalazioni dei suoi lettori.