10 luglio 1976, ore 12.30: una nuvola carica di diossina esce dall’Icmesa di Meda, al confine con Seveso. È l’incidente al reattore dell’industria chimica che innesca il disastro ambientale che segnerà il territorio e la cittadinanza, soprattutto quella più giovane. E che oggi, a 37 anni di distanza, fa ancora paura. Non solo Seveso, ma anche Meda, Cesano Maderno, Desio. Gli stessi Comuni interessati nel 2013 dal tracciato della Pedemontana. Ed è proprio questo l’aspetto su cui oggi si concentrano le istituzioni e le associazioni ambientaliste. Dopo il rinvio in Regione della mozione presentata dai consiglieri di minoranza su sollecitazione dei sindaci, decisi a chiedere chiarezza sulla correttezza dello sviluppo dei lavori (leggi la notizia).
L’anniversario – Per il 10 luglio il coordinamento ambientalista Insieme in Rete Per Uno Sviluppo Sostenibile, ha organizzato una conferenza stampa a partire dalle 11.30 nella sala polifunzionale del centro visite del Bosco delle Querce, in via Ada Negri. Presenti i sindaci del territorio. Il Bosco delle Querce è il simbolo della rinascita dopo il disastro, quarantatré ettari nati dieci anni dopo il disastro per contenere le vasche col materiale contaminato dalla diossina e trasformati in parco regionale, a maggiore tutela per la salute. Alla fine di luglio del 1976, 676 abitanti di Seveso e 60 di Meda furono evacuati dalle loro case, 200 persone non vi rientrarono più.
Il 14 luglio – Domenica 14 luglio, all’interno de “Le stagioni del parco”, il comitato per la brughiera briantea e il coordinamento Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile organizzano l’iniziativa: “il Bosco delle Querce: 37 anni fa l’incidente dell’I.C.M.E.S.A. e oggi il progetto dell’autostrada Pedemontana”, in collaborazione con il Parco regionale Bosco delle Querce Il ritrovo è previsto per le 9 al parcheggio in fondo a Via Ada Negri. Nel corso della mattina si svolgerà la visita guidata all’area naturalisita con la presenza di un agronomo e una visita storico/ambientale nel parco, mentre la conclusione della giornata è prevista intorno alle 12.30.
Legambiente – «La storia si ripete: nel 1976 i cittadini furono avvisati della gravità del pericolo solo otto giorni dopo l’incidente del gravissimo inquinamento a cui erano sottoposti, quando ormai le polveri tossiche si erano deposte al suolo – ricorda Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, che all’epoca viveva nel cuore della zona inquinata – Fu così impossibile mettere in atto ogni possibile misura di prevenzione per evitare gli oltre 200 casi di cloracne, oltre al rischio di malformazioni fetali e di tumori negli adulti oggi descritti dagli studi retrospettivi. Nel 2013 invece si arriva a negare, contro ogni evidenza, l’urgenza di caratterizzare i suoli e di verificare il progetto di Pedemontana prima che la parola passi alle ruspe del più grande cantiere della Lombardia. Un comportamento di gravissima irresponsabilità istituzionale, contro il quale chiediamo ai sindaci di mantenere un atteggiamento di fermezza per la tutela della salute, per evitare di dover sottoporre gli abitanti ad una nuova emergenza sanitaria».
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