Negli ultimi giorni a Seregno sono arrivati 70 profughi dalla Ucraina, la maggior parte minori, accolti nelle strutture individuate dall’amministrazione comunale. Alcuni sono stati accolti da conoscenti e parenti già presenti in città. Il sindaco Alberto Rossi ha invitato i seregnesi a segnalare chi avesse spazi da mettere a disposizione. L’amministrazione comunale sta esaurendo le disponibilità giunte finora alla mail offrospazi@seregno.info. Il primo cittadino ha rinnovato anche l’importanza che tutte le persone che arrivano abbiano la dichiarazione di ospitalità. Il riferimento è il Comando di Polizia locale. Il modulo è disponibile anche sul sito del comune.
Sabato 12 marzo, alle 14, la comunità ucraina ha organizzato nei locali della scuola Rodari di via Pacini l’accoglienza della cinquantina di bambini di ogni età sinora arrivati per un primo momento d’incontro per dare loro il benvenuto. La referente della comunità ucraina Oksana Kolotynska con la collaboratrice Viktoriia Makhomed, hanno accolti i bambini e i loro genitori. Al loro fianco anche le insegnanti della materna Ronzoni-Silva e del plesso Rodari. Era presente il sindaco con gli assessori Laura Capelli (servizi sociali) e Federica Perelli (istruzione e cultura), oltre alla dirigente delle Rodari, Fiorella Mancuso, che ha messo a disposizione la struttura.
Il primo cittadino ha rivolto il benvenuto a tutti spiegando l’ampia disponibilità della città che si è mobilitata per l’accoglienza e poter dare un aiuto concreto sotto tutti i profili, e ha aggiunto «dopo questo primo momento ne seguirà uno più ludico a carattere sportivo. Tutti i bambini dalle 17 alle 18.30, saranno portati nella palestra di va Carroccio dove il basket Seregno darà loro un momento di svago». Le due insegnanti ucraine, dopo il benvenuto hanno diviso i bambini in gruppi, raggiungendo le aule messo loro a destinate per iniziare, in collaborazione con i bambini ucraini che già frequentano la scuola italiana, a far apprendere le prime indispensabili parole di italiano, tanto che nelle prossime settimane gli ucraini possano essere inseriti nelle diverse classe dei tre istituti comprensivi locali, e proseguire nelle prossime giornate del sabato dalla 14 alle 17, con le lezioni di italiano.
Nel frattempo le direzioni delle scuole locali si sono mobilitate per aiutare i profughi. Il dirigente del Levi, Massimo Viganò, ha inviato una circolare alle famiglie “Anche il Levi dà una mano” in cui viene chiesto di contribuire con medicinali e dispositivi medici; per i neonati: omogeneizzati, latte in polvere, pannolini, e cibo a lunga conservazione: pasta, riso, carne in scatola, tonno, acqua, cioccolato, caffè solubile, tè in bustine; altri oggetti come shampoo, salviette umidificate, piatti di plastica, bicchieri, posate, asciugamani, assorbenti, candele. La raccolta si concluderà il 26 marzo.
Le dirigente del comprensivo Rodari ha scritto una lettera toccante alle famiglie del suo istituto, in cui scrive tra l’altro: “dopo una giornata faticosissima, ieri, sono andata a letto stanchissima, ma non riuscivo a dormire. Avevo negli occhi l’immagine di un bambino ucraino che si trascinava a piedi lungo la strada che lo avrebbe portato fuori dalla sua terra, Avevo nelle orecchie il suo pianto lieve e continuo, straziante. Mi sono chiesta: cosa posso fare per lui e per quelli come lui, che domani arriveranno nella nostra città e nella nostra scuola? Cosa posso dare a lui, ai suoi fratelli, alle mamme in arrivo, io, Fiorella Mancuso, immigrata transitoria, ospite in un monolocale in affitto, forestiera quasi quanto loro in questa città? Non ho nulla da poter offrire se non un po’ di denaro. Poi mi sono guardata intorno e dentro e ho pensato alla bellezza del mio mestiere e a quello che mi offre. E mi sono detta: ho da dare loro una comunità. Ho da dare 970 alunni, 250 docenti, educatori e assistenti 30 tra collaboratori e amministrativi, 1.250 persone che diventano 2.500. Mi sono detta che se ciascuna mano della mia generosa comunità don anche solo un oggetto sono 5 mila oggetti” . E ancora: «da sabato 12 la nostra scuola accoglierà indirettamente, offrendo i propri spazi nelle ore extradidattiche, e direttamente, nelle classi durante le attività scolastiche, i bambini profughi che hanno raggiunto Seregno».