Se Giuseppe Piermarini sono bastati tre anni per costruire la Villa Reale, a Marco Montrasio ne sono occorsi quattro (“45 mesi”- precisa) per realizzare la Reggia in mattoncini Lego. Dopo l’Arengario, piazza Roma con il bar Moderno e la fontana delle Rane, la facciata del Duomo, ecco un altro simbolo di Monza che prende forma con infinita pazienza , pezzo per pezzo, senza fretta.
Due metri di fronte, un metro 80 la profondità delle due ali, al centro la corte d’onore. Un’opera immensa che Montrasio ha progettato perché sia anche trasportabile: 60mila pezzi, 18 sezioni e 13 di tetti che possono essere contenuti in sei scatole speciali e poi assemblati in un’opera d’arte unica. «Per esporla- spiega- ho fatto costruire un supporto ad “elle” perfettamente liscio. L’ho montata a casa di mia mamma, l’unica con un locale abbastanza grande per contenerla. Ed ora per qualche tempo l’ammiro così, sperando di poterla esporre presto in pubblico».
L’occasione poteva essere a fine luglio il grande evento per appassionati Lego dell’associazione ItLug di cui Montrasio fa parte. «Purtroppo la pandemia ha bloccato ogni evento -dice- per cui se ne parla l’anno prossimo. Intanto nel prossimo fine settimana cerchiamo di ripartire con un evento più piccolo nel padovano, dove porto l’Arengario”.
Appassionato di Lego fin da bambino, Montrasio rispetta le regole ferree del costruttore: non si vernicia, non si taglia, non si incolla. Invece ci si deve ingegnare per cercare per modificare la funzione dei pezzi a catalogo della fabbrica di Billund.
«Sono partito dalle piantine della reggia – dice – poi le fotografie per studiare i dettagli. Per esempio per realizzare le colonnine delle balaustre ho usato le gambe dello scheletro del set dei pirati in bianco e grigio, i vasi in cima al tetto sono delle coppe a cui si innestano i coni gelato che ho trovato anche nella tonalità di grigio che mi serviva».
Qualche grattacapo la villa gliel’ha dato: «Ho fatto fatica a trovare sul mercato le piastrelline 2×2 dark tan che ho usato per tutti i profili delle finestre». In quattro anni di lavoro ci sono state parti che ha dovuto anche smontare per ricominciare da capo: «È successo sulle ali perché avevo invertito i colori delle colonnine dell’ala nord con l’ala sud, se ne sono accorti i miei critici attenti in famiglia. In quel caso ho dovuto smontare e ricominciare».
Eppure, nonostante una grande abilità Montrasio non parteciperebbe mai a “Lego Master”, la trasmissione che tiene incollati davanti allo schermo tutti gli appassionati di Lego: «Quello è uno spettacolo, una lotta contro il tempo – dice – ma per realizzare opere complesse la fretta non è indicata. Bisogna progettare, pensare bene ogni passaggio, verificare la stabilità».
Di tutto ciò che ha costruito in tanti anni di passione la Reggia è la sua opera più grande e anche la più costosa. E adesso quali altri sfide? «Per ora mi riposo e mi godo quanto ho realizzato-spiega- un socio del nostro gruppo sta lavorando all’autodromo per il centenario. A me piacerebbe esporre la reggia in città, magari in Villa reale a cui sono molto legato. Quando l’ho vista chiusa e svuotata è stata una grande tristezza».