Parte da Vimercate il progetto per l’integrazione, i diritti umani e contro il razzismo delle persone di colore dell’Europa. Sahr Gborie Turay, giornalista di 29 anni laureato in legge, originario della Sierra Leone e residente a Vimercate, la sua associazione l’ha chiamata proprio “Europe’s people of colour”, avviata nel 2013 e dedicata, come è scritto nello statuto, alla promozione dei principi di uguaglianza e giustizia sociale, per eliminare le barriere del razzismo e della xenofobia, e a favore dei diritti umani.
Una visione globale di un progetto che supera i confini continentali ma con radici locali, e vimercatesi nello specifico. Perché Vimercate, per Sahr, è la città che l’ha accolto e dove l’integrazione ha funzionato e pure perché l’Epoc ha sede qui, registrata per ora presso la sua residenza in città.
«Se in America c’è da anni la Naacp, National association for the advancement of colored people, in Europa manca qualcosa di equivalente e in particolare in Italia – spiega Sahr – Io stesso, quando sono arrivato in Italia, ho sentito la necessità di avere degli appoggi, ma anche dopo, nonostante abbia fatto qui l’università e abbia un lavoro, capita che ci siano problemi di relazioni e difficoltà di rapporti con chi non è di colore».
Il rispetto dei diritti civili e la cultura antirazzista restano i principi dell’associazione, che si manifestano in azioni molto concrete da quando nel 2013 con una decina di altri amici immigrati dall’Africa è iniziato il lavoro di Epoc.
«Mi sono reso conto – prosegue Sahr – che sono molti coloro che arrivano dall’Africa e non sanno cosa li attende. E con l’associazione svolgiamo attività di utilità sociale, aiutando chi arriva con la lingua e le conoscenze di base del sistema e delle leggi, dando un po’ di consigli, informazioni, supporto e contatti utili, e quindi rendendoci disponibili a fare da intermediari con altre associazioni ed enti di accoglienza ed aiuto».
Sahr e gli altri ragazzi dell’Epoc incontrano immigrati africani a Milano, a Monza e in Brianza, e se «noi non abbiamo abbastanza fondi per offrire una struttura d’accoglienza oppure dare cibo e aiuti, abbiamo invece le conoscenze sia dei migranti sia del sistema italiano. E le mettiamo a disposizione di chi è arrivato da poco o è di passaggio, vedendo che per tanti c’è maggiore fiducia nel relazionarsi con altri ragazzi di colore, magari dello stesso Paese e che parlano subito la stessa lingua».
Da due anni Epoc è operativa coi migranti ma in cantiere c’è già un altro progetto, stavolta, contro il razzismo negli stadi: «Abbiamo iniziato a prendere contatti con la Figc per avviare una collaborazione che porti a fare iniziative per sconfiggere quegli episodi di razzismo che ancora ci sono tra alcuni tifosi».
Ma intanto l’associazione vorrebbe anche crescere e arrivare ad avere una sede stabile vera: «Mi piacerebbe poter attivare a Vimercate un centro culturale – dove fare formazione ai migranti, sia sulla lingua italiana sia sulle informazioni di base della società italiana. E quindi sviluppare progetti per l’integrazione delle persone di colore di tutta Europa».