La storia di Alberto ed Ezio Meroni: “Scoprirsi down”, la vita (bella) con quel cromosoma in più

Questa è la storia di un libro rimasto nel cassetto per decenni, la storia di “Scoprirsi down”: edito in questi giorni da San Paolo racconta la vita (bella) con un cromosoma in più. Una storia raccontata da Alberto Meroni e dal suo papà Ezio. Eccola.
Monza: Silvio Vigoni, Alberto Meroni e Ezio Meroni
Monza: Silvio Vigoni, Alberto Meroni e Ezio Meroni Fabrizio Radaelli

Questa è la storia di un libro rimasto nel cassetto per decenni, la storia di “Scoprirsi down”: edito in questi giorni da San Paolo racconta la vita (bella) con un cromosoma in più. Una storia di vita, studi, lavoro in un ristorante, sport e passione per la pallavolo, raccontata da Alberto Meroni e dal suo papà Ezio. Eccola.

Alberto è ancora in viaggio, nella pancia di mamma. Ma quel cromosoma in più è già evidente. E l’unico ad averlo notato è proprio lui. A non sapere ancora della sua esistenza sono mamma Ornella e papà Ezio, che invece attendono il loro bambino con gioia e fede. Alberto racconta la sua vita da quei primi istanti. Perché per i suoi genitori, sin dalle prime settimane, lui è stato subito, comunque e in ogni caso, il figlio tanto atteso e desiderato. Quel primo compagno di viaggio, il cromosoma 21, non lo lascerà più. Mamma imparerà subito a convivere con quell’intruso. Papà Ezio no. Per lui è tutto più difficile. Perché sa che più difficile sarà la vita di suo figlio, nato con la sindrome di Down. Ed è questo, in fondo, che fatica ad accettare.

Oggi Alberto ha 23 anni. E il libro, scritto con papà Ezio, è pagina dopo pagina la dimostrazione che sì, quel cromosoma in più sarà un peso da portarsi dietro, sempre, ma è un peso in più che si può condividere. Basta volerlo. E più lo si condivide, e più si incontrano persone disposte a condividerlo, più la vita di Alberto è piena. Bella. Il primo a lottare perché questo si realizzi è proprio papà Ezio, che nel libro, come nella vita, lascia ad Alberto il ruolo di vero protagonista: è lui il narratore, è il capitano. Mamma Ornella, con delicatezza e dedizione, tira i fili di entrambi dietro le quinte.

«L’idea del libro – spiega Ezio Meroni – nacque già nel primo anno di vita di Alberto – ci sono voluti 23 anni di gestazione. Non è stato semplice, ogni episodio narrato, ogni ricordo, ogni parola, è stata condivisa in famiglia. Ma il nostro cammino, pur difficile e a tratti doloroso, è positivo oltre ogni previsione pessimistica sbattuta in faccia dai medici, sin dai primi giorni di vita di Alberto, e da tante persone incapaci di affrontare la sindrome di Down».

Di persone disposte a condividere il suo cammino, Alberto ne ha incontrate tante. A partire da alcuni medici e professionisti, insegnanti, allenatori e datori di lavoro. Molti di più, però, non ne sono stati capaci, infliggendo sofferenza là dove già c’era. E il libro è un lucido, garbatamente ironico quanto doloroso, intreccio di queste relazioni ed esperienze vissute dalla famiglia Meroni: a scuola, in oratorio, nello sport, sul lavoro. Un intimo quadro di grandezze e miserie, di medici insensibili, di pettegolezzi di paese, pregiudizi, mancanza di professionalità, ipocrisie, incapacità varie che si affiancano però all’amore dei nonni, al valore degli amici veri, alla generosità di tanta gente.

«Perché dal deserto di alcune situazioni – rimarca Ezio Meroni – poi, all’improvviso, spuntano sempre fiori». Che lui e la moglie chiamano Provvidenza. Tutto con un unico filo conduttore: quello dell’amore, e della forte fede, di due genitori capaci di mettersi sempre in discussione ma di non cedere mai al compromesso di trattare, o di vedere trattato, il loro figlio come un “poverino”. Alberto invece non ha mai ricevuto sconti. È evidente anche quando nel libro racconta dei suoi capricci e delle sue “marachelle” di bambino in crescita. E delle ferme prese di posizione di papà Ezio.

Un salto in avanti fino a oggi. Alberto Meroni lavora dal 2015 a tempo indeterminato come cameriere e aiuto cuoco a Hortus, ristorante vegetariano e vegano di Cusano Milanino, dopo aver conseguito l’attestato all’alberghiero Olivetti di Monza e svolto un tirocinio di anni seguito da In-Presa di Carate Brianza, con l’impegno formativo nella mensa della scuola materna Cazzaniga di Monza.
Oggi ogni giorno prende il 727, l’autobus che da Cinisello, dove abita, lo porta puntuale e impeccabile ai tavoli di Hortus. Provare per credere: le recensioni dei clienti sui portali più noti sono tutte in chiave positiva e sottolineano la professionalità, e la simpatia, di Alberto. Ad averlo notato e apprezzato subito sono stati proprio i titolari del locale, Cristiana Clerici Mocarelli in primis.


Alberto oltre alla cucina ha un’altra grande passione: la pallavolo. Quando gli impegni glielo consentono, segue le partite del Vero Volley Monza con il gruppo ultras. Ed è tutta una gioia. Inoltre è assistant coach della stessa società accanto a Max Tadini e all’educatore Luca Montani e gioca, con il ruolo di capitano, nella squadra Special Olympics, nata dalla collaborazione tra Vero Volley e l’ associazione Silvia Tremolada guidata dal presidente Silvio Vigoni, che segue Alberto e gli altri ragazzi con l’amore che si ha per i figli.

Il sogno nel cassetto? «Aprire un ristorante o un bed and breakfast tutto mio sul Lago di Garda», racconta Alberto con grande entusiasmo. Lì, dove è nato nel 1994, nonna Bruna gestisce un bar storico. Alberto sogna di portarci una nuova storia: la sua. E sarà un nuovo capitolo da raccontare.

Tutti i proventi delle vendite del libro “Scoprirsi down” verranno destinati dalla famiglia Meroni in beneficenza. Sabato 17 marzo gli autori saranno, alle 17, a “ll Libraccio” di Monza. In programma, con date da definire, presentazioni con l’associazione Tremolada e il Vero Volley. È possibile seguire Alberto, Ezio (docente e appassionato di storia locale, autore di diversi libri) e ScoprirsiDown su Facebook e Instagram (info: scoprirsidown(at)gmail.com).

GUARDA L’INTERVISTA AD ALBERTO MERONI (novembre 2016)

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