La scuola a settembre? Il ministro Bianchi: «Mi batto perché sia in presenza, il Cts non è Voldemort». Dad: il 43% degli studenti dice di aver appreso meno

Come sarà la scuola a settembre? Secondo il ministro Bianchi dovrebbe essere in presenza: «Io mi batto perché lo sia, il Cts non è Voldemort». Intanto, secondo i dati diffusi dalla Fondazione Agnelli, il 43% degli studenti ritiene di aver appreso meno con la didattica a distanza.
Una delle proteste contro la Dad dei mesi scorsi in Brianza
Una delle proteste contro la Dad dei mesi scorsi in Brianza

«La parola Dad come tutti gli acronimi è pericolosa. Se Dad vuol dire l’esperienza dell’anno scorso in completa sostituzione della scuola in presenza, quella no, non la facciamo più. La scuola è in presenza e tutti noi dobbiamo remare in questa direzione. A settembre stiamo lavorando per essere in presenza». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rispondendo alle domande degli studenti nella giornata di apertura di Rep 2021. «Questo – ha detto Bianchi – non è un problema solo del governo. Bisogna responsabilizzare tutti. Non si dica il governo faccia, il governo dica: tutti facciamo, tutti diciamo».

La scuola a settembre? Il ministro Bianchi: «Mi batto perché sia in presenza, il Cts non è Voldemort». Dad: il 43% degli studenti dice di aver appreso meno
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

La pandemia non va dimenticata. «Non è ancora finita. C’è anche questa responsabilità. Il Cts non è Voldemort, e io non sono Harry Potter», ma la volontà è quella di riaprire le aule agli studenti.

Alcuni dati. Uno studente delle superiori su quattro ha trovato più agevole interagire con i docenti in Dad che in presenza, il resto degli studenti ritiene che comunicazioni e interazioni siano peggiorate. La maggior parte degli studenti denuncia un maggiore senso di affaticamento (65%) dopo una giornata di scuola in Dad e una maggiore difficoltà a mantenere l’attenzione (73%). Gli studenti dichiarano di avere affrontato verifiche e interrogazioni in Dad con minore ansia rispetto a quelle in presenza e con un rendimento migliore, ma ciò forse dipende anche dal fatto che in Dad farsi suggerire o copiare è relativamente più facile, come riporta il 70% di loro. Sono queste alcune delle evidenze del rapporto «La Dad alle scuole superiori nell’anno scolastico 2020-21: una fotografia» realizzata dalla Fondazione Agnelli insieme al Centro Studi Crenos e al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Cagliari.

La scuola a settembre? Il ministro Bianchi: «Mi batto perché sia in presenza, il Cts non è Voldemort». Dad: il 43% degli studenti dice di aver appreso meno
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi

«La ricerca ci dice, fra le tante informazioni, che nella pratica quotidiana della Dad non c’è stato alcun significativo cambiamento metodologico e organizzativo rispetto a prima della pandemia – commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli -. Quasi tutte le scuole superiori italiane hanno riproposto online e in sincrono la tradizionale didattica basata su lezione frontale, compiti a casa e verifiche, senza un ripensamento dei tempi, delle attività e degli strumenti, che tenesse conto della differenza di fare scuola in classe o a distanza. E senza un vero sforzo di sperimentare strategie per valorizzare di più autonomia e protagonismo dei ragazzi. Ciò forse può in parte spiegare perché gli studenti rivelino la loro fatica a seguire le lezioni in Dad, a tenere alte motivazione e attenzione, a interagire positivamente con professori e compagni, difficoltà tipiche dell’apprendimento da remoto».