La sanità della Lombardia? Migliore della media nazionale: lo studio

Uno studio di Fondazione Sanità Futura, espressione della sanità privata, dice che il sistema lombardo è migliore della media nazionale: i dati.
Una sala chirurgica
Una sala chirurgica

Il sistema sanitario lombardo si rivela migliore rispetto alla media nazionale: è quanto sostiene la ricerca della Fondazione Sanità Futura “Qualità degli outcomes clinici negli ospedali. Confronto tra la Regione Lombardia e le altre regioni” che mette a raffronto i risultati della rete sanitaria pubblica e privata lombarda con il sistema sanitario nazionale e con quello delle singole regioni, elaborando i dati del Piano Nazionale Esiti di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) 2017-2019. La ricerca è stata promossa dal settore privato della sanità, di cui la fondazione è espressione (il presidente è Gabriele Pelissero, il vice Dario Beretta, entrambi di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata).

La Lombardia, come sistema sanitario regionale, risulta 9 volte su 10 superiore rispetto alla media nazionale, confermando il valore aggiunto dell’integrazione tra pubblico e privato. La misurazione dell’efficacia delle prestazioni sanitarie si riferisce al periodo 2016-2018 e registra gli esiti migliori in 34 indicatori sui 42 analizzati, pari all’88% della media nazionale. Un risultato al quale contribuisce tanto la sanità pubblica, superiore del 62% rispetto alla media nazionale (26 indicatori su 42), quanto la sanità privata che ottiene una percentuale di qualità del 76% rispetto alla media nazionale (32 indicatori su 42).

Lo studio, coordinato dal professor Gabriele Pelissero con la collaborazione tecnica della società di consulenza Innogea S.r.l. e il supporto scientifico del Consorzio Pavese per studi post-universitari nell’area sanitaria, Confindustria Lombardia Sanità e Servizi e Aiop Lombardia, si sviluppa in 140 pagine e con l’ausilio di tabelle, statistiche e schede analitiche, misura 42 indicatori di esito, gli outcomes, appunto, che quantificano il miglioramento o il peggioramento dello stato di salute del paziente in differenti situazioni di intervento. Il rapporto prende in esame il trattamento di diverse patologie fornendo dettagli interessanti. Ad esempio, nel trattamento dell’infarto la media ponderata della mortalità a 30 giorni nella sanità pubblica lombarda è al 7,67 contro il dato nazionale dell’8,32; nella sanità privata lombarda è, invece, al 6,36 contro il 6,71 della sanità privata nazionale.

Un’altra patologia, purtroppo frequente, è l’aneurisma. Ebbene, la mortalità a 30 giorni dall’evento nella sanità pubblica lombarda è all’1,50 contro l’1,60 della sanità pubblica nazionale; mentre in quella privata della nostra regione è allo 0,66 contro l’1,03 della sanità privata nazionale. Nel trattamento dell’ictus la sanità pubblica lombarda è al 9,45 contro il 10,32 della sanità pubblica nazionale; in quella privata la Lombardia è all’8,48 contro l’8,57 della sanità privata nazionale. Per quanto riguarda i tumori, l’indicatore per la sanità pubblica lombarda per il trattamento del tumore al polmone è dello 0,74 contro lo 0,92 della sanità pubblica mentre la sanità privata lombarda è allo 0,93 contro l’1,55 della sanità privata nazionale.

“La ricerca – si legge nella premessa – non intende stabilire graduatorie o classifiche di merito tra pubblico e privato o tra le varie regioni, ma valutare se e in quale misura i diversi modelli organizzativi regionali, la diversa dimensione delle strutture ospedaliere, la casistica affrontata e le differenze delle loro gestioni incidano sulla qualità delle prestazioni sanitarie erogate”.

L’obiettivo del lavoro è anche quello di invitare a una riflessione costruttiva su un sistema come quello lombardo messo in discussione dall’emergenza Covid senza una adeguata attenzione alla misurazione effettiva delle prestazioni e della qualità dei servizi. Fino al rallentamento dettato dalla pandemia Covid-19, infatti, le strutture lombarde – in base alle SDO, le schede di dimissione ospedaliera 2018 – accoglievano oltre il 22% dei fuori regione, con un saldo di mobilità positivo (la differenza tra chi è uscito e chi è entrato nella regione alla ricerca di prestazioni sanitarie) di 100.641 pazienti.

Fondamentale poi l’apporto del sistema sanitario lombardo alla ricerca scientifica, attraverso gli Irccs, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, con un contributo del 77% al totale della ricerca pubblica nazionale e del 52% al totale di quella privata.

“Il sistema lombardo nella sua interazione tra pubblico e privato ha creato negli anni una costante tensione verso la qualità- ha dichiarato Dario Beretta, presidente di Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) Lombardia- La forzata mancanza di cure, ma anche il rallentamento delle attività di prevenzione e screening per le diagnosi precoci determinata dal Covid, insieme alla prospettiva del completamento della campagna vaccinale, mette tutti noi di fronte alla responsabilità e alla necessità di far ripartire il motore della sanità pubblica e privata a pieno regime. Tutti devono produrre il massimo sforzo per recuperare il tempo perduto nella cura delle altre patologie non-Covid e limitare gli effetti dell’ondata di ritorno che questa situazione determinerà in prospettiva nei prossimi anni. La sanità lombarda con le sue eccellenze è, come sempre, pronta a fare la sua parte e ad accogliere pazienti da tutta Italia”.