Ci sono i brani inseriti dei film che sono stati girati alla Reggia di Monza. E poi la musica dei tempi della regina Margherita e che certamente lei ha ascoltato, tra un palco a teatro e una festa a corte. E infine i suoni della natura – la pioggia nel bosco, un temporale estivo, i rumori degli alberi, una notte nella foresta. Insomma: la Villa reale e il Parco hanno una colonna sonora. Per chi vuole accompagnare passeggiate e visite guidate nel complesso monumentale monzese e per chi, comunque, vuole portarsi alle orecchie il suono della Reggia.
È l’ultimo debutto digitale del Consorzio Villa reale e Parco, che nei giorni scorsi ha attivato un suo canale Spotify (“Reggia di Monza” sull’app o nel campo di ricerca del sito). Spotify è probabilmente il più popolare servizio di streaming musicale – il Netflix della musica, per intendersi. È nato in Svezia ormai più di dieci anni fa e milioni di utenti in tutto il mondo: si può ascoltare in abbonamento, con alcuni vantaggi, ma anche gratuitamente. Il canale della Reggia è del tutto pubblico e al momento offre tre distinte playlist.
La prima è “Film in Reggia” e ripercorre le scelte musicali delle pellicole girate all’interno della Villa o nel Parco, alcune delle quali capolavori della storia del cinema italiano, come “La notte” di Michelangelo Antonioni: il regista si affidò al pianista e compositore Giorgio Gaslini, che la registrò pressoché dal vivo incidendo brani come “Blues all’alba”, “Country club”, “Valzer lento”, “Quartetto sotto le stelle”.
Poi i brani scritti da Manuel De Sica (figlio di Vittorio, fratello maggiore di Christian, morto nel 2014) che giovanissimo – a 21 anni – compose la colonna sonora per “Il giardino dei Finzi Contini” diretto dal padre e girato per gli interni a Villa Litta Bolognini, sul confine del Parco. E ancora “Il potere del canto” di Franco Battiato che nel Parco ha girato alcune scene del film “Musikanten”.
Chi preferisce i fasti di corte può invece ascoltare la playlist “La musica della Regina Margherita” che comprende brani dei compositori dell’epoca: c’è per esempio Giovanni Sgambati, oppure le arie del “Ruy Blas” scritto da Filippo Marchetti nel 1869 a partire dal dramma di Victor Hugo. E ancora il Coriolano di Beethoven e il Tannhauser di Wagner, oltre a un valzer di Verdi e a una selezione dalla “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai.
Infine, oltre alla miscellanea “Royal park”, la musica della natura: è “Shh… la musica del Parco”, che include ruscelli, rane gracidanti, il suono degli animali del bosco in notturna, la pioggia che attraversa le foglie, canti e controcanti degli uccelli, il richiamo del gufo e la”brezza del mattino”. Una lista musicale dai connotati decisamente ambientali (ed efficaci): letteralmente.
Una strada già percorsa da altre realtà monumentali italiane: la Reggia di Caserta ha aperto il suo canale musicale lo scorso febbraio, così come già fatto da Venaria reale (ma ci sono anche musei pubblici che hanno ideato colonne sonore e non solo sullo stesso servizio).
Il Consorzio fa crescere così il sistema di comunicazione della Reggia monzese che negli anni ha già sviluppato l’attività su Facebook, Twitter e Instagram e ha anche un canale su Youtube, dove da una settimana iniziano a comparire brevi video che raccontano angoli e professionisti al lavoro per il Parco e la Villa reale. L’ultimo video, di una decina di minuti, racconta il roseto.
Curiosità: per chi volesse andare dietro le quinte del Consorzio, su Spotify c’è anche un’altra pagina, intitolata “Noi siamo Parco”, con i brani musicali preferiti “dallo staff dell’Area valorizzazione dell’ente gestore della Reggia di Monza”.