Non è un bando qualsiasi quello che scadrà il 9 novembre: la Provincia è alla ricerca di fagiani per rinfoltire il numero di volatili presenti nelle oasi di protezione e nelle zone di ripopolamento e cattura. Sul piatto l’ente di via Grigna ha messo 13.114,75 euro, Iva esclusa: le ditte che si faranno avanti dovranno consegnare il 30 novembre 550 fagiani mongolia, metà dei quali maschi e metà femmine, «vaccinati e indenni da qualsiasi malattia o radiazioni di sorta».
Il 30 marzo 2016 dovranno, invece, fornire 700 fagiani riproduttori di varietà mongolia, tenebrosi o americanini facendo attenzione a rispettare il rapporto di un maschio ogni 3 femmine.
I volatili, che saranno liberati perlopiù nei boschi delle Groane, della fascia nord e del vimercatese in cui è vietato cacciare, potrebbero però aver una vita tutt’altro che facile: gli esperti, infatti, confermano che gli animali nati in cattività mal si adattano a resistere nelle radure. Molti di loro, nei prossimi mesi, potrebbero finire impallinati: è questo, del resto, l’obiettivo per cui vengono allevati e liberati.
A ogni stagione venatoria, in periodi diversi, le province sono obbligate a ripopolare le zone protette con varie specie, tra cui quaglie, storni e lepri. In Brianza l’operazione, per quest’anno, sarà ancora curata dagli uffici di via Grigna anche se le competenze sul settore caccia e pesca, in seguito all’approvazione della legge Delrio, sono passate alla Regione. Se il nostro è sempre meno un territorio per cacciatori ci sono altre aree, tra cui quella bresciana, dove l’immissione di animali continua ad essere massiccia. Dalle nostre parti le circa 2.000 doppiette in attività possono cercare di catturare qualche preda su una superficie complessiva di 9.328 ettari mentre non possono mettere piede nei 122 ettari delle oasi di protezione e nei 1.240 destinati a zone di ripopolamento.