Per l’estate si saprà cosa prenderà il posto della Lamplast. Che, è sicuro, ha deciso di delocalizzare la produzione in un nuovo sito situato al confine tra Giussano e Arosio, tra via Viganò e la Novedratese, proprio perché l’attuale stabilimento situato lungo la stretta via dei Mulini ha creato una difficile convivenza con i residenti, per nulla più disposti a sopportare il passaggio dei tir che trasportano le materie prime e prodotti lavorati.
L’area complessiva interessata ricade in parte in territorio di Giussano e in parte nel Comune di Arosio, in una zona a vocazione produttiva interclusa tra gli insediamenti industriali di «Poliform», «Mintec » e «Tisettanta»,connessa attraverso al Novedratese con la Valassina. Il piano particolareggiato del nuovo insediamento produttivo adottato dall’amministrazione comunale è già arrivato anche sui banchi del consiglio comunale di Arosio, su cui si è detta favorevole la maggioranza mentre le opposizioni hanno sollevato una serie di perplessità, recependo le preoccupazioni dei residenti.
In giunta, intanto, sono state presentate alcune ipotesi di nuovi insediamenti, fra cui, è ancora ufficiosa, la possibilità che sulle rive del Lambro possa sorgere un carcere minorile. Non lo conferma ma nemmeno lo nega l’assessore giussanese all’Urbanistica Ettore Trezzi. Nel progetto dell’amministrazione non sono previste, come destinazione, medie e grandi superfici di vendita, attività artigianali e industriali con l’esclusione di impianti per l’energia alternativa, mentre è ammessa la destinazione residenziale per un massimo del 15 per cento della superficie lorda di pavimento realizzabile.
Non è stata esclusa la realizzazione di un centro per il tempo libero strettamente connesso alle altre presenze del Parco ovvero con gli altri percorsi e le cascine, ed è stata rimarcata la necessità di recuperare i fabbricati con caratteristiche di archeologia industriale. E’ in atto un’analisi dei flussi di traffico, richiesta dalla Provincia di Monza e Brianza. Se ad Arosio è stata, in passato, avviata anche una petizione sottoscritta da una cinquantina di famiglie, preoccupate soprattutto per l’inevitabile aggravio di rumori e viabilità, i residenti della valle dei Mulini tirano un respiro di sollievo per lo spostamento dell’azienda, che peraltro,dà lavoro a molti.