Dieci minuti di video per presentare il libro “La chiesa vecchia di Verano Brianza”. La ex parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso è stata oggetto di meticolosi studi da parte degli architetti Sara Maria Longoni e Pinuccio Longoni, che hanno racchiuso in una monografia di prossima stampa il frutto del loro lavoro. In attesa del volume, realizzato con il sostegno della Pro loco veranese e il patrocinio del Comune, un video anticipa i principali contenuti dello studio, volto alla promozione del patrimonio locale. Ad oggi, è visibile sui canali della Pro loco e della parrocchia. Le offerte che verranno raccolte una volta che il libro sarà in distribuzione, saranno devolute a sostegno dei bisogni parrocchiali.
Del libro si parla già dall’autunno 2019, ma lo scoppio dell’emergenza sanitaria nei mesi a seguire ha messo necessariamente in stand-by il progetto. Il volume ricostruisce la storia della chiesa dal nucleo originario alla configurazione attuale; è una fotografia di tutto quel che c’è da sapere sull’edificio, attingendo a piene mani dalla documentazione archivistica e dai rilievi in loco. La chiesa vecchia, sostituita nel ruolo di “parrocchiale” a partire dal 1946 con la consacrazione del nuovo edificio religioso (che ha assimilato anche la dedicazione ai Santi Nazaro e Celso), è oggi dedicata alla Madonna di Caravaggio; la prima presenza documentata è nei resoconti delle visite pastorali posteriori al 1563, sebbene già nel XIII secolo si abbiano notizie della presenza di un edificio sacro. Trascurata per oltre mezzo secolo, nel 2006 è diventata oggetto di attenzione da parte dell’associazione “La Gesetta”, che per circa 10 anni ha difeso della chiesina e ha promosso azioni che puntassero a preservarne l’esistenza. Notevoli interventi di restauro, progettati e seguiti da Sara e Pinuccio, sono stati realizzati in 2 lotti: nel 2008/2011 per il consolidamento strutturale e l’allontanamento delle acque; nel 2013/2014 per ulteriore consolidamento e per il restauro della torre campanaria. Le opere, finanziate dalla parrocchia e sostenuti da contributi regionali e della Cei, «sono state importanti, sebbene ancora solo parziali, e ci hanno permesso di raccogliere molto materiale documentale – spiega Sara -. Nel 2017, in concomitanza con la progettazione di una nuova fase di restauro che tuttavia è rimasta al palo, è nata l’idea di proseguire nel lavoro di approfondimento. Fino ad oggi, nessun volume storico è stato dedicato all’edificio. Ma crediamo che per raggiungere e mantenere l’integrità materiale del bene (oltre alla dichiarazione del complesso architettonico “di interesse storico artistico”, ottenuta nel 2011) sia necessario riscoprire la sensibilità nei confronti della chiesa e del suo recupero. Ecco la ragione del libro», che verrà messo a disposizione della popolazione per innestare – si spera – processi virtuosi che portino non solo al pieno recupero materiale del bene, ma anche alla sua «fruizione costante».