Avrebbe gestito un autolavaggio a Monza Giorgio Erba, 59 anni, una delle tre vittime di Giorgio Giardiello: era nato a Cologno Monzese e lì viveva insieme alla famiglia. Giovedì si trovava in tribunale a Milano in quanto coimputato con lo stesso Giardiello e ad altri quattro nel procedimento di bancarotta della Immobiliare Magenta srl. Con lui Davide Limongelli, nipote del killer, ferito gravemente. Non c’era invece Massimo D’Anzuoni, di Carvico, nella Bergamasca. Lui sarebbe stato l’ultimo obiettivo di Giardiello se non fosse stato bloccato dai carabinieri alle Torri Bianche di Vimercate.
«Devo la vita al mio avvocato – ha detto – se non fosse stato per lui sarei stato in quell’aula e probabilmente sarei morto». Nell’ottobre di 2 anni fa aveva patteggiato una condanna a 3 anni e un mese dopo essere stato arrestato nel maggio del 2013: con altri imprenditori, membri della giunta municipale di Trezzano sul Naviglio e il comandante della polizia locale della cittadina era rimasto coinvolto in un giro di tangenti per realizzare un’area commerciale.
Come accaduto a Erba che era consigliere della Miani, società edile nella quale Giardiello, attraverso la Magenta e in condivisione con un’altra azienda, la Cisep, deteneva quote di partecipazione. Una presunta contabilità occulta relativamente a una operazione immobiliare a Milano avrebbe fatto nascere i dissapori tra Giardiello e Erba.