Che i nostri ragazzi, oggi, imparino dal sacrificio dei loro coetanei di 100 anni fa: questo il monito del sindaco Dario Allevi in occasione del IV Novembre, una ricorrenza: «ancorata nella coscienza più profonda del Paese, che ci offre l’opportunità di ricordare i momenti fondanti della nostra storia comune e di onorare il contributo straordinario delle Forze Armate alla stabilità nazionale e internazionale. Il IV novembre ci riporta ai valori più alti e nobili che sono alla base di un’Italia unita».
Tra i 650 mila soldati «caduti per costruire un Paese libero e prospero, 667 erano del distretto militare di Monza: abbiamo il dovere civile, morale ed etico di fare memoria, per dare al loro sacrificio il significato più nobile e alto. Del loro rispetto assoluto verso ciò che è bene collettivo, oggi più che mai abbiamo davvero bisogno – ha proseguito il primo cittadino – Di ricordare che il bene pubblico è di tutti, e non al contrario un qualcosa di astratto o di nessuno, che si può sciupare e deturpare in piena libertà».
Una attualizzazione dell’omaggio che ha portato Allevi anche a fare un parallelo con quanto, altri ragazzi, quelli di oggi, fanno a dispetto delle istituzioni e delle regole: «abbiamo bisogno anche che le Istituzioni tornino ad essere i pilastri della società e chi le rappresenta un civil servant che merita rispetto. Sempre. – ha detto – E questo lo vorrei direi in faccia, guardandoli negli occhi, a quei ragazzi che nei giorni scorsi hanno preso “a sediate” la loro professoressa in una scuola di Vimercate, dopo avere spento le luci in aula, prima della lezione e a quei quattro bulletti – ma forse sarebbe più corretto chiamarli vigliacchi, che qualche giorno fa si sono accaniti – quattro contro uno – su un clochard che stava dormendo nella nostra Piazza Duomo, colpendolo alla testa con un ombrello, e a quei vandali annoiati che si divertono a prendere d’assalto questo monumento sporcandolo con scritte oscene, sfregiandolo, dimenticando – o peggio… ignorando del tutto – il significato simbolico e sacro che esso rappresenta».
«Serve un cambio di rotta – ha concluso – ripartire dalle nuove generazioni per ricostruire quel senso di appartenenza alla comunità che è indispensabile per tornare a prendersi cura del nostro Paese, proprio come facevano i nostri nonni e i nostri genitori. E come ci hanno insegnato a fare. Anche per questo il Comune di Monza – come molte altre Amministrazioni in Italia che hanno accolto la proposta di ANCI – sta raccogliendo le firme per reintrodurre l’insegnamento di educazione civica nelle scuole»
Ha quindi ringraziato tutte le donne e gli uomini in divisa: «che vivono al servizio delle nostre città e vegliano, con sforzi sempre crescenti, sulla nostra sicurezza e sulla tranquillità delle nostre famiglie e delle nostre case».