Il finale sognato era senza dubbio diverso, ma la ricerca cominciata dopo la pubblicazione lo scorso 6 agosto di un articolo sull’edizione della Brianza Nord de “Il Cittadino di Monza e Brianza”, poi ripreso anche dal sito internet www.ilcittadinomb.it, ha comunque permesso ad Itala Rovelli di scoprire quale sia stato il percorso di vita di Giuseppe Gallo, conosciuto bambino negli anni sessanta, quando era collaboratrice dell’istituto San Giuseppe, lo storico orfanotrofio maschile chiuso nel 1970: i due si erano infatti persi di vista ormai da mezzo secolo circa.
Istituto San Giuseppe: chi era Giuseppe Gallo
L’approfondimento, scaturito da un desiderio espresso da Rovelli in occasione del suo novantesimo compleanno, festeggiato il 19 agosto, ha consentito di ricostruire che Gallo è nato nel 1949 in provincia di Matera, prima di trasferirsi a Lissone e quindi al già citato istituto San Giuseppe, dopo la perdita di entrambi i genitori, del ritorno nel materano e del definitivo approdo a Taranto, dove è scomparso nove mesi fa.
Istituto San Giuseppe: la telefonata attesa mezzo secolo
«Ho parlato per telefono con la moglie -spiega Rovelli-, all’inizio con un po’ di circospezione. Quando ho capito che lei conosceva l’esperienza del marito in istituto, le ho raccontato alcuni episodi che ci hanno visti coinvolti entrambi». La conversazione è stata molto cordiale: «La signora mi ha informata che lei e Giuseppe sono stati sposati per 49 anni ed hanno avuto tre figli maschi, uno dei quali abita al nord. Le ho confessato che penso a suo marito ogni volta che utilizzo il servizio di posate che lui mi regalò nel 1967, per il mio matrimonio. Giuseppe è stato maresciallo della marina militare e negli ultimi tempi ha fatto i conti con una malattia. La moglie si è detta convinta che avere nostre notizie lo avrebbe aiutato a riprendersi, ma purtroppo siamo arrivati tardi. Adesso continueremo egualmente a sentirci».