Intercos di Agrate, intesa amara: 86 esuberi in vista, poi va in Cina?

Due anni di cassa integrazione straordinaria, ricollocazione di parte dei lavoratori e incentivi all’esodo. Questo è il risultato della trattativa tra sindacati, delegati Rsu e l’Intercos. Sono 86 gli esuberi previsti, col sospetto poi del trasferimento della produzione in Cina.
La sede agratese dell’azienda.
La sede agratese dell’azienda

Due anni di cassa integrazione straordinaria, ricollocazione di parte dei lavoratori e incentivi all’esodo. Questo è il risultato della trattativa tra sindacati, delegati Rsu e l’Intercos. L’azienda agratese di cosmetici ha infatti intenzione di chiudere entro fine anno la sede di Limbiate dell’Interfila che fa sempre parte del gruppo industriale e dopo una lunga trattativa mercoledì nella sede di Confindustria a Monza è stato siglato l’accordo che è stato abbozzato due giorni prima e condiviso con un assemblea dei lavoratori.

«Siamo abbastanza soddisfatti dell’intesa raggiunta – ha detto Eliana Schiadà della Cgil – ma rendiamoci conto che stiamo sempre parlando di un impresa che sta chiudendo i battenti». Infatti da Limbiate verranno tagliati 146 operai, 60 dei quali verranno distribuiti tra Agrate, 10 dipendenti, e Dovera (in provincia di Cremona, gli altri 50). Per gli altri 86 tute blu ci saranno gli ammortizzatori sociali e gli incentivi all’esodo. La richiesta della cassa verrà fatta nei prossimi giorni al Ministero del Lavoro da parte dei sindacati e dell’azienda che si è dimostrata disponibile al confronto. L’intesa è stata raggiunta a un giorno dalla scadenza dei termini per la trattativa, infatti l’ultima data utile era giovedì 11 luglio.

Se non fosse stato trovato l’accordo sarebbero partiti i licenziamenti e la mobilità dal prossimo 10 agosto. Nelle scorse settimane sono state fatte diverse proteste dei lavoratori davanti ai cancelli dello stabile agratese di via Marconi dove si trova il quartier generale dell’impresa leader mondiale nella produzione di cosmetici. Nei prossimi giorni dovrebbe essere inoltrata la richiesta di ammortizzatori allo Stato. Molti lavoratori della Interfila hanno fatto dei sitin di protesta davanti al quartier generale agratese nelle scorse settimane.

Gli operai armati di striscioni, cartelloni, trombette, megafoni hanno fatto sentire la loro voce ai vertici societari. Parecchi cori sono stati indirizzati al patron Dario Ferrari fondatore dell’impresa nel lontano 1972, accusandolo di chiudere il sito limbiatese e trasferire la produzione di matite cosmetiche in Cina. «Abbiamo anche scelto dei criteri per selezionare i 60 lavoratori che continueranno a svolgere la loro attività in Intercos – ha spiegato Schiadà – dando priorità a famiglie monoreddito o a coppie dove entrambi lavorano in questa azienda. Rimane comunque il rammarico della chiusura di un sito produttivo come quello limbiatese. L’azienda dal canto suo ci ha confermato che ci sarà un servizio pullman per gli operai che da Limbiate si trasferiranno a Dovera».