Aveva parcheggiato l’auto nel posto per disabili nel sotterraneo del centro commerciale Carosello di Carugate, nel Milanese. Dopo essere stato multato, aveva affisso un cartello di insulti sgrammaticati prendendosela con “l’handicappato” che aveva chiamato i vigili e dicendosi “contento” per la disgrazia che gli era capitata. Ora la Procura di Monza ha chiesto l’archiviazione per l’uomo, un ingegnere quarantenne in quanto il reato di diffamazione aggravata, per il quale era stato denunciato dalla Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità), è costituito «dall’offesa alla reputazione di una persona determinata» mentre, secondo varie sentenze della Cassazione, non sussiste nel caso in cui vengano pronunciate o scritte frasi offensive «nei confronti di una o più persone appartenenti a una categoria, anche limitata», se le persone a cui le frasi sono indirizzate «non sono individuabili».
I fatti sono avvenuti nell’agosto del 2017: nelle immagini diffuse dalla Polizia di Stato e riprese dalle telecamere di sorveglianza dell’ipermercato, si vede un uomo che arriva a piedi vicino a un pilastro, i pantaloni neri e una maglietta gialla, che attacca il cartello e poi si allontana, ma sono gli occhi del “grande fratello”. «A te handiccappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più – recitava il cartello, condito da errori ortografici – vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handiccappato. Sono contento che ti sia capitata questa disgrazia».
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La polemica è poi scoppiata grazie alla segnalazione di un cittadino di Brugherio che al Carosello ha visto il cartello, lo ha postato su Facebook e lo ha pubblicato anche sulla pagina social del centro commerciale. In Rete è diventato presto un caso: solo il post del brugherese ha superato migliaia di condivisioni. «Il servizio di vigilanza – ha spiegato alla cronista del Cittadino Valeria Pinoia – voleva sapere dove fosse esattamente il cartello, ma non lo hanno trovato, qualcuno lo aveva già rimosso, ma sopra la cassetta dell’estintore dove era posizionato il cartello, c’è una telecamera».
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