In fuga medici ed infermieri dagli ospedali pubblici. Il fenomeno è nazionale, ma la Lombardia, complice la vicinanza territoriale, è tra le regioni che vede il maggior esodo di infermieri verso la Svizzera. Quest’anno le stime parlano di 4mila professionisti in fuga.
A lasciare il posto fisso negli ospedali pubblici sono anche i camici bianchi, medici che dopo gli anni della pandemia decidono di cambiare. Un migliaio ogni anno vanno all’estero, 2mila lasciano il servizio pubblico per andare a lavorare nel privato o come “gettonista”.
Infermieri e medici in fuga:
I motivi della scelta sono in una recente indagine pubblicata dal Sole 24 ore secondo cui circa la metà (56,1%) tra medici e dirigenti sanitari è insoddisfatta delle condizioni del proprio lavoro e 1 su 4 (26,1%) anche della qualità della propria vita di relazione o familiare. Una insoddisfazione che aumenta con l’età e con il carico di responsabilità.
Infatti, i giovani medici in formazione (24,6%) si dichiarano meno insoddisfatti dei colleghi di età più avanzata (36,5%). I più insoddisfatti e pronti a fare le valigie sono i medici tra i 45 e i 55 anni, il periodo della vita in cui si attende un riconoscimento professionale che il sistema nazionale non riesce a garantire.
Monza non è esente dal fenomeno. Secondo i dati forniti dai sindacati, solo nel periodo estivo, una decina di infermieri specializzati ha rassegnato le dimissioni. Come riferiscono le testimonianze, un infermiere strumentista, chi lavora nei pronto soccorso, nelle terapie intensive e in sala operatoria è molto ricercato sia dalle strutture private italiane che all’estero.
Infermieri e medici: i dati del San Gerardo di Monza
I motivi per lasciare sono soprattutto di natura economica (nella vicina Svizzera si guadagna anche tre volte lo stipendio italiano), ma anche di riconoscimento professionale.
La direzione della Fondazione Irccs San Gerardo di Monza però fornisce dati meno allarmanti di quanto il fenomeno potesse far pensare. «Gli infermieri attualmente in servizio – spiega il direttore generale Silvano Casazza – sono 1.185 ed è sempre attivo l’iter per acquisizione di infermieri a seguito di dimissioni o pensionamenti».
Un numero di poco inferiore alle reali necessità del nostro ospedale: per la sua funzionalità sono stimati necessari 1.200 infermieri, un numero variabile in relazione ai servizi aperti o incrementati, come previsto dagli standard di accreditamento «Nell’ultimo anno – prosegue Casazza – abbiamo avuto una sessantina di infermieri che hanno lasciato il San Gerardo per dimissioni o pensionamenti. Queste figure professionali vengono sostituite in toto attingendo ad una graduatoria di un concorso pubblico. Il San Gerardo, ad oggi, è ancora attrattivo per questa professione».
Infermieri e medici in fuga: il fronte medico
Analogo il discorso per il personale medico. Attualmente sono in servizio 572 medici e mediamente il turnover annuale è di 40 medici. «Anche in questo caso – prosegue il direttore generale – vengono sostituiti in toto attingendo a graduatoria di concorso pubblico e compatibilmente con la disponibilità dei professionisti».
Il problema del reperimento dei professionisti, soprattutto in alcune specialità, è noto anche a livello nazionale. «Anche in questo caso l’Irccs San Gerardo – conclude Casazza – essendo sede di università, al pari di altre strutture analoghe, si verifica spesso che gli specializzandi scelgono di rimanere e partecipano ai concorsi specifici».