Tra le tante prese di posizione che stanno caratterizzando il mondo della scuola, per la mancata ripresa dell’attività didattica in presenza, si è inserito Gianni Trezzi, preside del liceo umanistico Parini, con sede in via Gramsci a Seregno, che domenica scorsa ha inviato una lettera ai propri studenti.
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«Care ragazze, cari ragazzi – ha scritto il dirigente – domani non potrete incontrarvi a scuola con i vostri compagni e insegnanti, come vi avevano promesso. “Il 7 si torna a scuola, cascasse il mondo! No, facciamo l’11… anzi, il 25. Forse”: in educazione nulla è peggio delle parole cui non seguono i fatti e questo ennesimo rinvio ha il sapore della beffa».
Trezzi è quindi entrato nel merito: «Si rischia di fare la fine del pastorello, che grida “al lupo, al lupo”, e così agendo la credibilità dell’adulto va a farsi benedire, per non dire di peggio. Sono deluso e affranto da tanta pochezza e approssimazione, da come viene trattata la scuola, dalla scarsissima considerazione delle vostre necessità di adolescenti. Fare scuola non significa solo astrattamente imparare, perché per un virtuoso processo di apprendimento lo stare insieme, le relazioni, gli sguardi, gli intervalli perfino, sono importanti almeno quanto le nozioni apprese».
Questo nonostante la consapevolezza della gravità del frangente attraversato: «Nessuno mette in dubbio che in una situazione di emergenza si debbano prendere decisioni difficili e impopolari per il bene della comunità di cui facciamo parte, ma queste decisioni non possono essere oggetto di annunci e proclami che sono sempre smentiti dagli avvenimenti. Non è giusto, ma ancor prima non è umano. Vi chiedo scusa a nome di tutti coloro che hanno responsabilità decisionali e mi auguro che a breve si possa tornare ad incontrarsi a scuola, che le nostre aule e i corridoi possano di nuovo riempirsi di alunni e docenti felici di imparare insieme».
La chiosa ha aperto alla speranza: «Forza e coraggio, dobbiamo resistere ancora un poco. Ieri ho ascoltato per caso alla radio “Change” di Tracy Chapman, una cantautrice americana in auge una trentina di anni fa, che mi ha riportato a giorni lieti della mia giovinezza. Ve la dedico, confidando davvero che sia possibile uscire da questa crisi, cambiando prospettive… e cambiando un poco anche noi, guadare oltre».
Maestro elementare tra il 1983 ed il 2005, Trezzi ha poi cominciato la sua carriera di dirigente, guidando un istituto a Desio, prima di passare al Parini di Seregno. Mediatore familiare e comunitario, con master alla Cattolica di Milano, ha acquisito competenze come facilitatore di gruppi tramite la condivisione di stimoli narrativi.