Era il cesio la sostanza misteriosa trovata in una villetta di via I Maggio a Brugherio, due settimane fa. Intorno alla questione c’è il più stretto riserbo, ma secondo indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi è proprio questo l’elemento radioattivo trovato nel garage di una villa disabitata da un paio d’anni. E la vicenda assomiglia sempre di più a un romanzo giallo.
I proprietari della casa, due coniugi entrambi bio-chimici che un tempo operavano per il Cnr, sono morti da tempo, lei tanti anni fa, lui da un paio d’anni. La villa è stata lasciata in donazione ad alcuni vicini di casa che però sono entrati in possesso dell’eredità solo ora, per via di contestazioni sul lascito appena risolte. E nell’abitazione hanno scoperto un contenitore speciale, in gergo «tombino», rivestito di zinco, con il simbolo del Cesio e l’indicazione della radioattività.
Immediata la chiamata alle autorità per denunciare la scoperta e agevolare le verifiche del caso che si sono svolte a più riprese la scorsa settimana. Sembrerebbe che i tecnici dell’Arpa e dei vigili del fuoco (Nucleo rilievi nucleari, biologici, chimici o radiologici) non abbiano rilevato tracce di radioattività all’esterno del tombino. Tutt’altro discorso per il contenuto che andrà smaltito da ditte specializzate secondo modalità particolari.
Gli interrogativi intorno alla vicenda sono numerosi, ma la vita dei due scienziati particolarmente discreti non lascia troppo spazio ai chiarimenti. Da dove arriva il Cesio? Perchè è stato portato in un’abitazione privata in violazione di tutti i protocolli? A quali ricerche stava lavorando il bio-chimico? Probabilmente le risposte non si troveranno mai, né nessuno risponderà delle violazioni commesse che peraltro pare non abbiano avuto conseguenze.
La vicenda non è priva di aspetti inquietanti, eppure anche tra i vicini della villa, inserita in un residence di lusso, ha prevalso la discrezione. Una sola persona ha accettato di scambiare qualche chiacchiera con la stampa raccontando: «Sinceramente non è stato detto nulla neppure a noi; io ho sorpreso i tecnici al lavoro rientrando a casa e all’inizio l’impatto è stato allarmate: mezzi dei rilievi chimici dei pompieri, una decina di tecnici dell’Arpa, carabinieri. Suppongo che, se ci fosse stato qualche rischio per noi, ci avrebbero informati, però avrei preferito più chiarezza».
Nessuna dichiarazione neanche da parte del sindaco Marco Troiano, se non una sibillina battuta:«in quanto tutore della salute della popolazione sarei indubbiamente intervenuto se ci fossero stati pericoli».