Sofia e il suo sorriso: resteranno indelebili nei ricordi di familiari e amici che anche nel pomeriggio di venerdì 12 giugno, accompagnando nell’ultimo viaggio terreno la 25enne investita il 3 giugno lungo via Comasina, hanno lenito le lacrime con l’immagine più raggiante della giovanissima veranese.
“Ovunque tu sia il tuo sorriso risplenderà per sempre”, si leggeva sullo striscione che gli amici hanno srotolato per qualche momento e stretto fra le mani, fuori dalla chiesa parrocchiale. Ancora, vicino alle porte della chiesa un cartellone con tante foto era accompagnato dalla scritta: “Ciao Sofy! Il tuo sorriso, la nostra luce! Per sempre”. Lo scatto più in evidenza era un primo piano sul volto dolce e sorridente di Sofia Berto, strappata alla vita nel pieno della sua fioritura. Ancora raggiante, come i girasoli che impreziosivano le sue corone di fiori. Ancora leggera, come i palloncini bianchi che sono volati in cielo appena terminato il funerale.
Alla cerimonia erano presenti centinaia di persone, tra cui molti ragazzi e le compagne della Virtus Giussano, con la felpa della squadra. Essendo la chiesa ancora limitata nella capienza, per via delle direttive da contenimento Covid, l’audio della cerimonia è stato trasmesso anche all’esterno, dove come in un abbraccio al sagrato erano radunate moltissime persone, con mascherine indossate e senza ammassarsi. Per consentire a ciascuno di dare l’ultimo saluto a Sofia, la cerimonia è stata anche trasmessa in streaming sul canale YouTube della parrocchia.
«Con la nostra presenza vogliamo stringerci attorno alla famiglia, ai parenti e agli amici per sostenerci, condividere e in questo momento anche rinnovare la fede» ha detto il parroco don Giovanni Rigamonti, attestando la grande vicinanza della comunità anzitutto alla famiglia, molto conosciuta a Verano: la mamma Serenella Tonicello, insegnante alla scuola dell’infanzia “Il Melograno” di Verano, il papà Francesco e alla sorella Alice. Ma anche agli amici più cari e ai parenti.
Senza negare sentimenti dolorosi e anche il fatto che «forse nello smarrimento potrebbe esserci un’espressione di grido e ribellione», don Giovanni ha guidato i presenti a «metterci davanti alla Parola del Signore, a queste letture che sono state condivise con la famiglia». L’invito del parroco è stato di rifarsi alla «fede cristiana che ha qualcosa da dire, da illuminare anche in questo momento. Gesù è venuto nella sua incarnazione per allargare i nostri orizzonti. Per indicarci che la vita non è solo nei limiti che noi conosciamo, non è solo nei nostri sentimenti. La vita non finisce qui: è nell’orizzonte allargato della fede che c’è la pienezza di vita».
Il ricordo di Sofia si è inserito in un simile discorso, perché «Sofia vuol dire “sapienza” e lei, persona con i suoi affetti e suoi legami, anche attraverso questa esperienza vuole insegnarci. Lei che è stata “strappata”, diciamo che è nella pienezza della vita». Pur in quella «fatica tremenda che è uno strappo per i genitori e familiari in particolare», «la sapienza ci illumina sul senso e sul perché vivere la vita».
L’atmosfera silenziosa e rarefatta della piazza si è sciolta, dolorosa nelle lacrime, all’uscita del feretro. C’era un piccolo cartello scritto a mano, appena fuori dalla chiesa: era un passaggio di Milky Chance nella sua “Stolen dance”, descrizione del vuoto lancinante causato dall’assenza. Eppure, qui torna il sorriso di Sofia. Perché la famiglia ha scelto di cercare un segno di vita, nel gesto generoso di chi volesse dare espressione di amicizia: non fiori, ma una donazione all’Opera San Francesco per i poveri.
Sofia Berto, 25enne, è morta mercoledì della scorsa settimana, poco dopo la mezzanotte. Mentre attraversava via Comasina nei pressi del semaforo vicino a McDonald’s, è stata investita da un auto. Alla guida c’era un giovane risultato positivo all’alcool test.