Con una diretta online su Facebook Live, il Circolo culturale Seregn de la memoria di Seregno proporrà lunedì 26 aprile, alle 21, una preziosa occasione di approfondimento sull’incidente nucleare di Chernobyl, considerato uno dei più gravi, se non addirittura il più grave, della storia dell’umanità. L’appuntamento è stato calendarizzato nel 35esimo anniversario del sinistro (26 aprile 1986), che regalò una notorietà indesiderata alla cittadina ucraina, allora nel perimetro territoriale di competenza dell’Unione Sovietica, e vedrà in veste di relatore il presidente Paolo Cazzaniga, che nell’estate del 2019 conobbe da vicino, nell’ambito di un viaggio a titolo personale, il contesto sotto la lente d’ingrandimento.
«Tre reattori su quattro -spiegò Cazzaniga al rientro, in un’intervista al Cittadino, raccontando la visita alla centrale nucleare- sono ancora in funzione. Soltanto l’ultimo, quello esploso, è stato neutralizzato. Attorno c’è un muro di cemento, dove abbiamo sostato per poco, con i misuratori di radiazioni impazziti. Un nuovo sarcofago è stato installato recentemente tramite binari sul nucleo radioattivo. Vicino, in disuso, c’è un enorme radar, che i sovietici utilizzavano per prevenire attacchi aerei nemici».
L’esperienza fu oggetto, nel gennaio del 2020, di un incontro molto partecipato, promosso dal Circolo culturale Seregn de la memoria, con la collaborazione del Circolo culturale San Giuseppe, ed ospitato dalla sala Minoretti di via Cavour a Seregno. Un rapporto del Chernobyl Forum, redatto da agenzie dell’Onu, accredita 65 decessi accertati a causa dell’incidente e più di 4mila casi di tumore alla tiroide, che interessarono coloro che avevano fino a 18 anni al tempo del disastro e furono esposti alle radiazioni. Come sempre in situazioni analoghe a questa, però, le cifre sono probabilmente state quantificate per difetto.