Il presunto killer e la sua vittima si erano conosciuti a Solaro: uno faceva il magazziniere all’Esselunga, lei era una promoter saltuaria del supermercato. Un incontro, quello tra Vito C. e Marilena Rosa Re, che emerge dalle carte della Procura di Busto Arsizio. Lui è l’uomo finito nelle ultime ore in carcere a Busto Arsizio con l’accusa di aver ucciso Marilena Re e di aver occultato il corpo della donna, dopo averlo decapitato, nel suo orto.
Non è stato chiarito con esattezza a quanti anni fa risalirebbe il primo loro incontro, forse oltre dieci anni fa, ma è stato appurato dalla Procura di Busto Arsizio che il posto di lavoro fu il luogo da cui nacque la loro conoscenza. Vito C. nel frattempo è andato in pensione, ma con il trascorrere degli anni in realtà l’amicizia si era consolidata. Eppure “galeotto” fu l’incontro a Solaro: un incontro che avrebbe cambiato il senso delle loro vite.
Secondo la ricostruzione investigativa, le avrebbe tolto la vita perchè non sarebbe stato in grado di restituirle la cospicua somma di denaro contante, circa 60.000 euro, che la donna gli aveva consegnato per nasconderli al fisco. Probabilmente temeva che la somma potesse esserle pignorata per via di un debito pregresso con l’Agenzia delle Entrate per circa 80.000 euro. Fatti che risalgono al 2014: entro il 30 luglio del 2017 la donna avrebbe dovuto saldare il debito, ma quando si è trattato di farsi riconsegnare i soldi qualcosa è andata storta. Il presunto killer li aveva spesi tutti in bollette.
Non potendo più restituirli avrebbe perso la testa e le avrebbe tolto la vita, gettando poi il corpo decapitato in una fossa profonda mezzo metro. L’uomo ha ammesso di aver occultato il corpo, ma ha negato ogni addebito rispetto all’omicidio. «Ha confermato che non ha ucciso nessuno: si è assunto le responsabilità dell’occultamento del cadavere. Ha nascosto il corpo – ha sottolineato il legale che lo assiste, Daniela D’Emilio del Foro di Busto – perchè dice di essersi sentito minacciato e ha avuto paura, ma continua a ripetere che materialmente non l’ha uccisa lui. Non ha alcuna idea di dove possa trovarsi la testa perchè ha riferito che quando gli hanno portato il cadavere da seppellire, era già stato decapitato».
«Quando parla di Marilena – ha concluso l’avvocato di Busto Arsizio – ricorda solo i momenti belli. Quando pensa al momento dell’occultamento del corpo è disperato. È un uomo molto provato che continua a informarsi di come stanno i suoi familiari: è molto preoccupato per loro».