I padri saveriani di Bukavu sono tra gli ultimi ad avere visto Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, prima dell’agguato di lunedì mattina in cui hanno perso la vita. Dal Congo, i confratelli dei saveriani di Desio, raccontano la loro disperazione. «Ci siamo salutati domenica mattina dopo la messa, l’ambasciatore e il carabiniere sono partiti per Goma – afferma padre Gianni Magnaguagno – Sabato, nel nostro salone, avevamo organizzato un incontro con gli italiani che vivono qui. L’ambasciatore ha ascoltato le richieste di chi lavora soprattutto con i bambini di strada. Ci siamo salutati con entusiasmo, con la promessa degli aiuti per i progetti futuri. Luca veniva volentieri da noi. Era una persona eccezionale, alla mano. Siamo molto turbati per quello che è accaduto».
«Sabato al suo arrivo mi ha salutato con grande benevolenza e mi ha chiesto dei nostri bambini – aggiunge padre Giovanni Querzani – Ci rimarrà un ricordo meraviglioso di questo ambasciatore speciale, uomo luminoso, entusiasta e attivo nel suo ruolo diplomatico, oltre a distinguersi per una reale vicinanza a noi italiani, operava anche con sincero impegno per il bene del Congo e dei Cogolesi». «Era un uomo semplice, umile, aperto» dice il saveriano Ray Tresor che ieri insieme ai confratelli ha accompagnato le salme di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci all’aeroporto di Goma, da cui poi sono partite per l’Italia. Nelle mani dei saveriani, è rimasta una foto ricordo scattata sabato, con l’ambasciatore sorridente che abbraccia i padri.
Forte commozione anche al liceo Majorana di Desio, che Attanasio ha frequentato negli anni 90 «E’ un martire dell’oggi, un vero uomo delle Beatitudini evangeliche» afferma la professoressa Flavia Schiatti.