Dopo il toto ministri è tempo di toto sottosegretari: da giorni a Roma si rincorrono le voci sui nomi di chi potrebbe completare la squadra di Mario Draghi. Molti cronisti inseriscono tra i papabili in lizza per l’incarico al dicastero della Salute il deputato monzese Andrea Mandelli. Il forzista, in parlamento dal 2013, ha dalla sua un profilo sia politico che tecnico in quanto è presidente della Federazione degli ordini farmacisti italiani.
Tutte le caselle potrebbero essere riempite la prossima settimana ma i ben informati fanno notare che difficilmente la compagine del nuovo governo si amplierà rispetto a quella del secondo esecutivo presieduto da Giuseppe Conte e in pochi si aspettano grandi avvicendamenti. Gli innesti, di conseguenza, dovrebbero essere minimi e potrebbero essere quasi tutti determinati dalla partita interna al Pd che punterà soprattutto sulle donne per controbilanciare la terna di ministri al maschile.
Voci di corridoio ritengono intoccabile l’assetto di alcuni dicasteri tra cui quello alla Salute: un cambio, fanno notare, potrebbe essere letto come il tentativo di mettere in discussione le strategie adottate sia per cercare di contenere la pandemia di Covid-19 sia per stendere il piano vaccinale. Potrebbe, oltretutto, rivelarsi rischioso per i fragili equilibri politici su cui dovrà reggersi l’inedita quanto eterogenea maggioranza: il viceministro pentastellato Pierpaolo Sileri non pare, quindi, essere in discussione così come la sottosegretaria democratica Sandra Zampa.
Inutile cercare conferme o smentite dagli interessati o dagli esponenti politici: la linea suggerita da Mario Draghi sul versante della comunicazione sembra essere stata recepita. Le bocche rimangono cucite perché, ha lasciato intendere il presidente del Consiglio, si racconta quel che si realizza e non quel che si intende fare.