In occasione del Giorno della Memoria, giovedì 27 gennaio in Prefettura di Monza e della Brianza consegnate nove Medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti, concesse dal Presidente della Repubblica. Il Prefetto Patrizia Palmisani ha accolto nella sede di via Prina i familiari dei cittadini brianzoli deportati e i sindaci dei Comuni di residenza, per una cerimonia raccolta ma che ha definito «carica di emozione e dal grande valore simbolico».
«La memoria della tragedia deve essere un esercizio quotidiano – ha detto tra l’altro il Prefetto – siamo tutti chiamati a mantenere vivo il ricordo delle persecuzioni, del dolore provocato e patito, affinché non si assista più alla perdita del senso di umanità, che deve sempre costituire la base della vita di comunità».
Al momento della consegna delle medaglie ai familiari è stata data lettura di un breve resoconto della vita dei loro cari ai quali è stata attribuita la distinzione onorifica.
Medaglia d’onore alla memoria di Luigi Baio. Il Prefetto, insieme al sindaco di Bernareggio Andrea Esposito, ha consegnato il riconoscimento alla figlia Emanuela. Baio nacque a Bernareggio il 9 giugno 1924. Arruolatosi nel 1943 all’età di 19 anni, nel settembre dello stesso anno fu catturato damilitari tedeschi a Zara e internato nel lager di Thorn in Polonia. Rimpatriato in Italia nel settembre del 1945, al momento del rientro a casa pesava 35 chili, e secondo la descrizione della madre aveva il volto scavato, le spalle ricurve tipiche dei vecchi e le gambe molto esili.Visse gli ultimi anni della sua vita con la propria famiglia, marito e padre esemplare e piccolo imprenditore attivo nel settore del legno. Si spense a Bernareggio il 3 maggio 1991.
Medaglia d’onore alla memoria di Luigi Belingheri. Il Prefetto, insieme al sindaco di Usmate Velate Lisa Mandelli, ha consegnato il riconoscimento alla figlia Laura. Nato nel 1908 a Colere in Provincia di Bergamo, all’età di 24 anni Belingheri, dopo il matrimonio, si trasferì in Egitto per lavoro, dove fu assunto come muratore. Reclutato come lavoratore nel corso della seconda guerra mondiale, nel 1942 fu fatto prigioniero e deportato in Germania. Da allora la sua famiglia non ebbe più sue notizie.Quando ritornò a casa dopo la liberazione nel settembre del 1945, i 4 figli non sapevano chi fosse. Nel novembre del 1946 nacque poi l’ultimagenita Laura. Belingheri non amava parlare degli anni trascorsi lontano da casa. Si spense nel 1992 all’età di 84 anni, circondato dall’affetto dei propri cari.
Medaglia d’onore alla memoria di Amadio Giovanni Bendotti. Il Prefetto, insieme al sindaco di Villasanta Luca Ornago, ha consegnato il riconoscimento alla figlia Silvestra. Amadio Giovanni Bendotti nacque nel 1921 a Colere in Provincia di Bergamo, dove trascorrerà l’infanzia tra miseria e povertà. Dopo essersi arruolato, fu deportato in Germania dal 1943 al 1945. Tornato in Italia, nel 1948 sposò Felicità, da cui ebbe i due figli Silvestra e Lazzaro. Nel 1951 si trasferì in Francia per lavorare come minatore e così sostenere la famiglia, chelo raggiunse poi nel 1955.Fu un padre e un nonno esemplare, affettuoso con l’adorata moglie, con i figli e con i 4nipoti. In casa non parlava mai degli anni della deportazione. Si spense a Villasanta nel 2004.
Medaglia d’onore alla memoria di Renato Erba. Il Prefetto, insieme al sindaco di Villasanta Luca Ornago, ha consegnato ilriconoscimento al nipote Mario Meregalli. Renato Erba a Monza nel 1912. Nel 1939 fu chiamato a prestare servizio come ufficiale medico presso il Reparto Artiglieria Amedeo d’Aosta, e si imbarcò così per l’Africa orientale, ove partecipò alle operazioni militari, prima a Massaua e poi ad Addis Abeba, sino al gennaio 1940. Successivamente partecipò alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera occidentale e poi, dal gennaio 1942 all’8 settembre 1943, alle operazioni di guerra nella regione dei Balcani, dove fu fatto prigioniero dall’Esercito Tedesco e trasferito presso i Campi di Prigionia destinati anche agli Ufficiali.Rientrato in Italia nel 1945, dopo un periodo di cura a causa della tubercolosi contratta durante la prigionia, riprese ad esercitare la professione medica presso l’ospedale San Gerardo di Monza ed ottenne le specializzazioni in Tisiologia e Medicina Interna. Proseguì poi l’attività come medico di famiglia presso il proprio ambulatorio di Villasanta, sino alla sua morte avvenuta nel maggio del 1967.
Medaglia d’onore alla memoria di Angelo Casati. Il Prefetto, insieme al sindaco di Macherio Mariarosa Redaelli, ha consegnato il riconoscimento alla figlia Loredana. Angelo Casati nacque a Lissone nel 1919. Soldato di leva nel 1939, dopo un anno dal congedo fu richiamato e arruolato nella 1° Compagnia della Sussistenza in Stato di Guerra presso la Divisione alpina Taurinense di Torino. Con la propria squadra partecipò alle Operazioni di guerra alla Frontiera Alpina. Nel gennaio 1942, poi, partì per la Croazia al fine di prendere parte all’Operazione Balcani. Nel settembre 1943 fu catturato in Montenegro dalla Wehrmacht e deportato in vari campi di concentramento. Liberato dall’esercito sovietico dell’Armata rossa nel 1945, potè fare ritorno in Italia, dove nel 1950 si sposò con Piera ed ebbe due figli. Si spense a Lissone il 18 dicembre 1995.
Medaglia d’onore alla memoria di Emilio Cazzaniga. Il Prefetto, insieme al sindaco di Sovico Barbara Magni, ha consegnato il riconoscimento al nipote Giacomo. Emilio Cazzaniga nacque a Sovico nel 1916. Fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche sull’isola di Creta l’8 settembre 1943 e morì annegato a causa dell’affondamento del piroscafo Sinfra, bombardato dagli inglesi. La notizia del suo decesso fu confermata dal Guerino Vertemati, un commilitone che si salvò dall’affondamento e che, rientrato in Italia, stabilì la propria residenza a Biassono.
Medaglia d’onore alla memoria di Carlo Resnati. Il Prefetto, insieme al sindaco di Sovico Barbara Magni, ha consegnato il riconoscimento alla figlia Giuseppina. Carlo Resnati nacque a Sovico nel 1916. Esercitò l’attività di falegname e barbiere sino alla chiamata alle armi nella seconda guerra mondiale. Arruolato come Fante nel 53° Reggimento Sforzesca di Novara, partì nel giugno del 1940 per il fronte francese, e successivamente nel luglio del 1941 prestò servizio presso quello albanese-greco-jugoslavo. Infine nel giugno 1942 fu inviato in Russia dove riuscì a sopravvivere nonostante un principio di congelamento al naso e alle orecchie. Dopo l’8 settembre 1943 fu catturato dalle truppe tedesche e internato in un lager vicino a Ludwishafen-Mannehim, da cui riuscì a fare rientro dopo due anni, quando i familiari lo consideravano ormai disperso. Si spense il 15 maggio del 2000.
Medaglia d’onore alla memoria di Dante Rivolta. Il Prefetto, insieme al sindaco di Sovico Barbara Magni, ha consegnato il riconoscimento al figlio Paolo. Nato a Biassono nel 1923, esercitò l’attività di falegname. Arruolato per combattere la seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre 1943 Dante Rivolta fu deportato presso lo Stalag III D di Berlino, da cui riuscì a liberarsi nel settembre del 1945. Non amava raccontare particolari di quel tragico periodo della sua vita, a volte accennava ai terribili bombardamenti, all’acqua infetta e alla carenza di cibo che lo costringeva a cercare qualcosa da mangiare tra i rifiuti delle cucine.
Medaglia d’onore alla memoria di Giacomo Valtorta. Il Prefetto, insieme al sindaco di Sovico Barbara Magni, ha consegnato il riconoscimento alla figlia Angela. Giacomo Valtorta nacque a Sovico nel 1911, dove svolse a lungo l’attività di falegname. A seguito dello scoppio della guerra fu chiamato alle armi nel gennaio del 1941 e prese parte alla campagna di Grecia e di Albania, dove venne fatto prigioniero. Trasferito in un campo di lavoro in Germania, gli fu assegnata la mansione di riparatore di carri ferroviari. In questo periodo i suoi familiari ebbero sue notizie solo tramite una lettera giunta nel febbraio del 1944, con cui li rassicurava circa le sue buone condizioni di salute. Con la fine della guerra fece ritorno a Sovico nell’agosto del 1945 e qui si spense il 29 dicembre 1969.