Nel giorno della memoria a Monza, giovedì 29 gennaio a Palazzo Terragni a Lissone. È la proiezione del film “KZ”, storia vera di tre oppositori del regime fascista, deportati nei campi di concentramento in Germania. Opera impegnativa non solo per il contenuto, ma soprattutto per la ricostruzione storica. Senza il lavoro dei brianzoli Carlo Bianchi, Patrizia Luiati e Giancarlo Grilli (che della GPG Film è produttore e factotum) il film non avrebbe potuto essere realizzato.
Bianchi ha trovato tutte le location del film: «Abbiamo percorso molti chilometri per scegliere i luoghi giusti, ma abbiamo trovato anche a Lissone. La prima scena, per esempio, è stata girata all’oratorio San Luigi, altre all’albergo “Alla Passeggiata”». Sempre a Lissone sono stati recuperati gli arredi, adattati o realizzati su modelli degli anni ’40, le suppellettili e tutti i trucchi scenografici: «Non si immagina nemmeno quanto lavoro occorra per evitare errori storici! – dicono i tre intervistati – Abbiamo coperto gli interruttori della luce con nastro adesivo colorato, nascosto caloriferi dietro mobiletti fatti ad arte da amici artigiani, realizzato una “portantina” da muratore, con la quale, una volta, si usava trasportare materiale edile. Persino una vecchia scaffalatura industriale è diventata un letto da campo di concentramento».
«Abbiamo avuto anche colpi di fortuna – ammette Carlo Bianchi – per esempio trovando a Rancate un vecchio bar, chiuso dopo la morte della titolare e mai ristrutturato, né svuotato. Aveva ancora il pavimento di marmette, soffitto a cassettoni, tavoli e sedie rustici. E nel retro, il locale della proprietaria arredato anni ’70, è stato usato per la scena in cui i protagonisti si ritrovano e decidono di tornare in visita a Mauthausen».
Il capitolo “costumi” è un’altra affascinante storia.”KZ” è stato interpretato da 150 attori, da vestire quattro, cinque, sei volte in modo diverso «Abbiamo attinto alle personali collezioni di abiti “della nonna” e poi noleggiato abbigliamenti dalla De Valli di Torino, un luogo impressionante per la quantità di materiale che mette a disposizione».«Quando ho chiesto divise da SS – ricorda Giancarlo Grilli – mi hanno domandato “dove erano di stanza questi nazisti?” Ho così scoperto che c’erano colori diversi a seconda dei luoghi e sono stato fornito di tutto, anche di pesantissime imitazioni della Luger».
Un particolare: del cast lissonese fanno parte i giovanissimi Davide e Claudio Grilli (figli di Filippo), il primo, ormai attore affermato, ha incominciato con “Se non in fotografia” nel 2006. (KZ a palazzo Terragni, ore 21, ingresso gratuito).