Presunti “furbetti del cartellino” in Comune, a Paderno Dugnano. Sono tre dipendenti tra i 40 ed i 55 anni, smascherati dagli investigatori della polizia locale, coordinati dalla procura di Monza. Si tratta di un impiegato dell’ufficio ambiente, agli arresti domiciliari, e due operai addetti al magazzino e alla manutenzione nei confronti dei quali è stato disposto l’obbligo di firma ai carabinieri. Per tutti, l’accusa ipotizzata è di truffa aggravata ai danni dell’ente comunale, falso in pubblica attestazione, e peculato d’uso.
L’indagine nasce da alcune segnalazioni interne. Da gennaio a luglio 2016, i vigili di Paderno hanno pedinato e filmato i tre mentre andavano al bar, dove si intrattenevano almeno per tre quarti d’ora, secondo quanto emerso, seduti al tavolino per fare colazione, e per dedicarsi alla lettura quotidiana dei giornali. Poi, ognuno aveva le proprie “occupazioni”.
Chi (l’operaio con la posizione meno grave dei tre indagati) se ne andava all’Asl col mezzo di servizio per una visita medica, chi (l’altro indagato sottoposto all’obbligo di firma) si spostava con l’autocarro del comune a casa propria per seguire di persona gli operai impegnati nella ristrutturazione.
E poi il caso più clamoroso, definito “inquietante” dal capo della procura Zanetti, dell’impiegato (ora ai domiciliari) col doppio lavoro che, da dipendente pubblico, aveva aperto la partita Iva e risultava titolare di all’allevamento di bovini a soli 3 chilometri di distanza dal posto di lavoro a palazzo municipale. Bestie che producevano latte e mozzarelle, e che l’uomo andava a sfamare con l’auto di servizio del comune, una vecchia Fiat Panda.