Uscire, ma per andare dove? Tanto vale restare, almeno per un po’. Giusto il tempo per capire se il centrodestra resisterà alle prossime tempeste: è la riflessione più ricorrente tra gli esponenti brianzoli di Forza Italia e Ncd. In molti si interrogano sulla direzione che dovranno prendere i due partiti e tanti storcono il naso di fronte a un’avanzata della Lega di Salvini considerata troppo di destra e per nulla moderata. In Forza Italia aumentano le voci critiche nei confronti dell’immobilismo dei vertici, di una linea politica per nulla definita e di uno scollamento sempre più marcato tra il livello nazionale e quelli inferiori.
Nel giorno in cui, a quanto si dice, Silvio Berlusconi avrebbe respinto le dimissioni dei big azzurri nel corso del comitato di presidenza.
«I nostri parlamentari – attacca Giuliano Ghezzi, presidente del club Monza azzurra – vengano a spiegarci cosa sta accadendo a Roma e cosa è successo in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica. Noi, sul territorio, facciamo sempre più fatica dato che la rifondazione annunciata è rimasta incompiuta. Speriamo solo che ora, a tesseramento chiuso, accada qualcosa».
E per qualcosa in tanti intendono la convocazione dei congressi che vengono annunciati e rinviati da molti anni: «Non si può – commenta l’ex capogruppo – prendere in giro ancora chi ha pagato 30 euro per l’iscrizione. Chiediamo un segnale perché il partito non può essere rappresentato solo da qualche consigliere comunale». E in questo momento il partito non c’è proprio, tra club Forza Silvio che nascono sulla carta e spariscono subito dopo o non organizzano uno straccio di dibattito: «Noi – lamenta Ghezzi – ci incontriamo, ci confrontiamo su diverse tematiche, siamo pronti a sostenere determinate battaglie ma non abbiamo un punto di riferimento con cui relazionarci. In Forza Italia non c’è più nessuna cinghia di trasmissione e a molti di noi non interessa confluire in una Lega delle libertà, una sorta di listone che aggreghi tutti, dal Carroccio a Fratelli d’Italia».
In questo clima di disfatta si demotivano anche gli azzurri più convinti: «Siamo ancora in attesa – riflette l’ex assessore provinciale Martina Sassoli – di una rivoluzione mai partita. Il problema è che non accade nulla da almeno due anni. Tra noi sono sempre di più quelli che strizzano l’occhio al centro, ma non esiste nessun polo centrista: avremmo bisogno di un sussulto».
Lei si definisce un «osservatore»: «Aspetto – aggiunge – con speranza che qualcuno si dia da fare. Ci sono tante persone che hanno voglia di muoversi: diamo un’ultima chance a chi di dovere per riorganizzare il partito, ma il tempo a loro disposizione non è infinito».
Tra qualche mese, infatti, gli scontenti potrebbero uscire allo scoperto anche in vista delle amministrative del prossimo biennio: attorno alla Sassoli potrebbe coalizzarsi un buon numero di esponenti di primo piano dell’ex Pdl tra cui l’ex presidente della Provincia Dario Allevi. E già c’è chi li definisce i fittiani della Brianza.