Febbre del Nilo: dopo i quattro casi nel Lodigiano l’Asl di Lecco alza la guardia

«Non siamo all’allarme ma abbiamo alzato il livello di guardia»: così dall’Asl di Lecco a proposito della “febbre del Nilo” che ha colpito sette persone, quattro nel Lodigiano e tre in Emilia Romagna. Al momento nessuna segnalazione da parte della azienda sanitaria di Monza e Brianza.
Il virus è trasmesso dalle zanzare
Il virus è trasmesso dalle zanzare

«Non siamo all’allarme ma abbiamo alzato il livello di guardia»: così il direttore del dipartimento di prevenzione medica dell’Asl di Lecco, Giovanni Achille, a proposito della “febbre del Nilo” che ha colpito sette persone, quattro anziani nel Lodigiano e tre in Emilia Romagna; nessuna è in pericolo di vita. Nessuna segnalazione da parte della azienda sanitaria di Monza e della Brianza.

Il virus, portato dalle zanzare notturne «padane culex pipiens», originarie dell’Egitto, provoca febbre, cefalea, mal di gola, esantemi (sfogo cutaneo) e dolori intestinali. Più a rischio risultano le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema immunitario.

Solitamente gli effetti del West Nile durano una settimana ma, se non curato, può aggravarsi portando anche all’encefalite. Ogni individuo risponde in maniera soggettiva al virus: è possibile che non si manifestino affatto i sintomi ma molto dipende dallo stato di immunodepressione. I consigli sono semplici: evitare terreni o zone incolte e acquitrini dove più facilmente si annidano le larve di zanzara.

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