Una donna aperta all’innovazione e ai cambiamenti, sempre attenta ai fenomeni che si sono verificati in città. Don Augusto Panzeri ha ricordato così Eugenia Volpi nella celebrazione delle esequie martedì pomeriggio, 2 gennaio, nella chiesa parrocchiale di san Biagio a Monza.
Addio a Eugenia Volpi: le parole di don Panzeri
Tante le persone che hanno voluto tributare l’ultimo saluto alla storica presidente dell’Università popolare monzese. Tra questi l’assessore Ambrogio Moccia con la fascia tricolore (il Comune ha anche portato il proprio gonfalone: il sindaco Paolo Pilotto ha ricordato “il tratto mite, attento e generoso nella sua infaticabile attività di divulgazione culturale”, che le ha garantito anche il Giovannino d’oro nel 2009), l’ex sindaco Michele Faglia, gli ex assessori Alfonso Di Lio e Pier Franco Maffè, colleghi che avevano condiviso con lei l’esperienza al Cittadino, con cui ha collaborato per anni.
“Eugenia Volpi -ha sottolineato don Panzeri– ha percepito la cultura non come un patrimonio di chi vola alto ma come una ricchezza propria di chi ha i piedi per terra e vuole trasmetterla agli altri”.
E ha aggiunto: “Noi brianzoli ci siamo sempre impegnati nel fare, abbiamo realizzato un benessere che non ha nulla di scontato ma che è figlio di questo nostro modo di agire. Forse il nostro trinomio casa, chiesa e bottega ci ha fatto mettere da parte la cultura, la riflessione, lo studio, la conoscenza. Eugenia ha capito che tutto ciò andava recuperato e che doveva essere messo alla portata di tutti, anche di coloro che non avevano potuto studiare”.
Addio a Eugenia Volpi: l’umanità e la passione profonda
Da questa sua visione è nata, secondo don Panzeri, la “sua” Università popolare dove l’aggettivo popolare abbraccia il popolo, la città, le persone. “Tutto ciò -ha proseguito il celebrante- lo ha fatto con grande umanità e semplicità e con una passione profonda”. Un altro merito di Eugenia Volpi, rimarcato nell’omelia, è stata la capacità di aprire il suo impegno sociale e culturale alla terza età. “Un’età, come ci ricorda il nostro arcivescovo Mario Delpini, fatta di vita e di vocazione. Un’età in cui c’è ancora tanto da fare e ci si deve sentire protagonisti, non solo per accompagnare le giovani generazioni. Eugenia con il suo esempio ci suggerisce con forza di continuare su questa strada”.
Addio a Eugenia Volpi: un destino nel nome
La cultura, ha ribadito don Panzeri, è anche la strada per uscire dalla povertà. “Un monito lanciato da don Milani che Eugenia ha saputo fare suo”. Un commosso ricordo è stato letto dall’attuale presidente dell’Upm Valeriana Maspero che, oltre a rimarcare le tante intuizioni “anticipatrici dei tempi” di Eugenia Volpi, il suo essere “cittadina del mondo”, le opere promosse e sostenute dall’Upm, la sua grande generosità, ha voluto osservare come tutto fosse scritto nel suo nome:“Eugenia, la ben nata, un presagio di tutto il bene che ha saputo e voluto fare”.