L’infezione da virus Covid-19 quali danni neurologici creato danni nella popolazione? È l’interrogativo che si sono posti medici e ricercatori appena iniziata la fase 2. Così la sezione regionale della Società italiana di neurologi, neurochirurghi e neuroradiologi ospedalieri (Sno) ha iniziato nelle scorse settimane uno studio sistematico sulle complicazioni neurologiche causate dalla pandemia che ha interessato soprattutto la Lombardia, in quanto la più colpita da questa infezione. La ricerca è coordinata dal dottor Antonio Colombo, di Nova Milanese (città dove è stato anche sindaco) membro del direttivo nazionale della società, coordinatore del Cob (Comitato ovest Brianza) e direttore del polo neurologico brianteo di Seregno, e dal coordinatore lombardo della Sno, il dottor Andrea Salmaggi, primario della neurologia dell’ospedale Manzoni di Lecco.
«Lo studio sta coinvolgendo gran parte delle neurologie degli ospedali lombardi – hanno spiegato i due coordinatori del progetto – ma anche alcune cliniche universitarie. Ci siamo posti come primo obiettivo una attenzione maggiore per le complicanze da ictus, vale a dire per le occlusioni di arterie cerebrali con conseguenti lesioni più o meno ampie del cervello che determinano emiparesi e numerosi disturbi focali, fino al coma e alla morte. Un aspetto che vede coinvolti nello studio anche la dottoressa Maria Sessa, primario della neurologia dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e il dottor Mauro Magoni, primario di neurologia vascolare di Brescia, i quali negli ultimi mesi sono stati nell’occhio del ciclone della pandemia».
Altre complicazioni molto significative oggetto della ricerca sono le encefaliti, cioè le infiammazioni del cervello da invasione del virus che portano a conseguenza drammatiche per chi ha superato l’infezione virale.
Antonio Colombo, che ha alle spalle decenni di primariato della divisione di neurologia del presidio ospedaliero di Desio, ha aggiunto: «Nelle prime settimane abbiamo già raccolto dati su numerosi casi verificatisi nei nosocomi di Bergamo, Legnano, Como, Policlinico di Milano, Vimercate, Brescia, San Carlo di Milano, Humanitas di Milano, Gallarate, Mantova, Chiari, Melegnano e Crema. Ci stanno anche pervenendo molti casi di una complicanza che riguarda il sistema nervoso periferico e noto come “sindrome di Guillain Barré, che è costituita da un’infiammazione su base immunitaria che colpisce tutti i nervi periferici, che paralizzano progressivamente il paziente, con il rischio che si arresti la respirazione. La dottoressa Sessa ha già inoltrato sedici casi che si sono verificati a Bergamo in soli due mesi, quando in genere nelle neurologie se ne contano da due a quattro l’anno, causati da altre patologie. Un’altra nostra attenzione è riservata a complicanze meno drammatiche, ma significative come le mononevriti e le multinevriti».
Una ricerca tutta lombarda molto interessante ma che avrà validità assoluta anche in campo nazionale. I risultati dello studio saranno esposti in un simposio già fissato per l’8 ottobre nell’anfiteatro della sede centrale del banco di Desio e pubblicati in una monografia che sarà edita dalla rivista della Sno “Progress in neuroscienze”.
Lo studio permetterà di analizzare sul campo l’azione deleteria del Covid-19 sul sistema nervoso, considerata pari al 25-34% nei pochi lavori scientifici cinesi noti sino ad ora, tanto da valutare al meglio le terapie risultate più opportune e adeguate.