La stagione irrigua non è ancora iniziata e già si preannuncia complicata: non piove né, probabilmente, pioverà a sufficienza per scongiurare una crisi idrica che potrebbe essere ancora peggiore rispetto a quella dell’anno scorso. Gli agricoltori si trovano a scrutare il cielo con la speranza di individuare nubi scure e gonfie, ma il personale del Consorzio Est Ticino Villoresi tiene gli occhi bene fissi a terra: si prepara a sorvegliare le chiuse per impedire eventuali furti d’acqua che potrebbero essere messi a punto da agricoltori pronti a tutto pur di non perdere il raccolto. L’anno scorso «purtroppo si sono verificati alcuni episodi di questo genere soprattutto lungo il naviglio Grande, il Bereguardo e, in misura minore, anche sul Villoresi», spiegano dall’ente pubblico impegnato “nella gestione e nel miglioramento dell’efficienza della rete di canali a servizio dell’agricoltura” attivo oltre che a Monza e Brianza, anche in cinque altre province. Gli episodi segnalati la scorsa estate sono stati complessivamente una ventina e sono stati tutti denunciati.
Furti di acqua, un reato penale
Del resto si rischia il penale: i reati ipotizzabili sono disciplinati dagli articoli 632, dedicato alla deviazione di acque, e 635, che riguarda il danneggiamento di opere destinate all’irrigazione.
«Il nostro personale – proseguono – è sempre in servizio sul territorio: a maggior ragione, a fronte di quello che è accaduto l’anno scorso, cercheremo di presidiare i canali con attenzione ancora maggiore». Infatti tra i mesi di maggio e di settembre 2022 «il personale consortile, in attività lungo il reticolo, si è accorto di manomissioni alle paratoie dei canali», chiaramente finalizzate a sottrazioni d’acqua. «Il Consorzio – spiegano gli uffici – ha denunciato tempestivamente l’accaduto e ha provveduto al ripristino dei manufatti».
Viste le previsioni la situazione sarà monitorata
Precisano: «Considerato l’attuale stato delle riserve idriche che non lascia presagire nulla di buono per la stagione, non mancheremo di monitorare attentamente la situazione nel caso si dovessero ripetere evenienze analoghe». Intanto l’ente ha già predisposto una serie di “attività preventive per la gestione della possibile crisi idrica del 2023” perché anche le ultime rilevazioni, relative allo stato attuale delle risorse idriche a disposizione della Lombardia, non superavano la metà della media registrata tra il 2006 e il 2020.
«Per rendere più efficaci le comunicazioni – aggiungono – stiamo mettendo a punto una app, la Etv App, attraverso cui informeremo i nostri utenti sulle manovre e sulle azioni che saranno via via definite».
L’asciutta invernale, infatti, è ormai agli sgoccioli: l’avvio della prossima stagione irrigua – tradizionalmente fissato entro la prima quindicina di aprile – sarà stabilito anche in base agli esiti della riunione del tavolo regionale per la crisi idrica in calendario giovedì 30 marzo.