E alla fine a Caponago ci saranno vere elezioni. Nel senso: con almeno due candidati tra cui scegliere. Perché fino alle 12 di sabato 27 aprile non era così scontato: Monica Buzzini, il sindaco uscente, ha rischiato di essere l’unica in corsa per il posto di primo cittadino. Di altre liste e candidature, nemmeno l’ombra.
Era stata lei poche settimane fa a lanciare un appello alla cittadinanza perché ci fosse almeno una persona a contenderle la poltrona alle prossime elezioni amministrative. Alla fine, al fotofinish, la lista Nuova Caponago sostenuta da Partito Liberale italiano e Fratelli d’Italia è riuscita a raccogliere le firme sufficienti per candidare Maurizio Mauro, 44enne di Bellusco. «Siamo ancora al lavoro per raccogliere le firme e i documenti necessari per la presentazione del partito – aveva spiegato Mauro negli ultimi giorni, alle prese con la corsa contro il tempo -. La lista e il programma sono già pronti e puntiamo a presentare tutto il necessario prima dell’ora prevista per la chiusura della presentazione delle liste». Cosa che, appunto, è successa.
Mauro, responsabile organizzativo del PLI provinciale e presidente di Liberali e popolari, sarà alla guida di una lista civica composta da persone nuove rispetto alla politica caponaghese: «La volontà di presentarsi è nata da un’esigenza democratica – prosegue Mauri -. Non ci sembrava giusto non dare un’alternativa politica ai cittadini che non si sentono rappresentati dall’attuale maggioranza. Nel programma punteremo su sicurezza, viabilità e associazionismo». Nel simbolo non saranno presenti i simboli di Lega e Forza Italia: «Vedremo se ci daranno un appoggio esterno al momento si sono tenuti fuori dalle liste».
La notizia è stata accolta in maniera favorevole anche da Monica Buzzini che ha visto scongiurato il pericolo di una corsa in solitaria: «Se tutto dovesse andare bene sarebbe una vittoria per la democrazia – spiega il sindaco -. Noi ci presentiamo con un programma e un’idea di paese che è nostra e che qualcuno può anche non condividere ed è giusto che in una corsa elettorale ci sia un’alternativa».