La Lombardia continua ad essere uno dei territori in cui l’illegalità ambientale si dimostra più pervasiva e diffusa: è la prima regione del nord e la settima in Italia per numero di reati accertati con 1.541, il 26% di quelli contestati nelle regioni settentrionali, scalando due posizioni in un anno, in particolare risulta quarta su scala nazionale per reati contro la fauna (cattura di fauna selvatica protetta e traffico illegale di animali d’affezione in primis) e la prima regione del nord per numero di reati nel ciclo illegale dei rifiuti con 535 delitti il 6,7% del totale nazionale e la prima in Italia per numero di persone sottoposte a provvedimenti cautelari restrittivi della libertà personale (23). Inoltre nella nostra regione si sono svolte nell’ultimo anno 12 delle 100 inchieste per corruzione e reati contro la pubblica amministrazione nel settore ambientale, con 110 persone arrestate portando la Lombardia al terzo posto della classifica nazionale della corruzione ambientale.
«La Lombardia continua ad essere sotto attacco della criminalità ambientale – commenta Sergio Cannavò, Responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lombardia –. Sul fronte dei traffici illeciti di rifiuti che culminano con il tentativo di cancellarne ogni traccia attraverso il rogo di depositi, capannoni, impianti e discariche, la nostra regione ha avviato decise azioni coordinate da parte delle istituzioni per contrastare e prevenire il fenomeno».
Ne sono esempi particolarmente interessanti l’indagine conoscitiva della Commissione speciale “Antimafia” del Consiglio regionale della Lombardia dedicata a questo fenomeno, il “Piano di prevenzione” promosso dalla Prefettura di Milano e predisposto dalla Città Metropolitana con la collaborazione di numerosi enti e il progetto “Savager”, messo a punto da ARPA Lombardia e finanziato da Regione Lombardia, partito in provincia di Pavia e in via di estensione in altre province lombarde.
«A fronte di una situazione decisamente allarmante, l’auspicio è che un approccio integrato al contrasto dei roghi di rifiuti possa estendersi, anche al di fuori dei confini lombardi, a tutti i fenomeni di criminalità ambientale: dall’abusivismo edilizio alle aggressioni al patrimonio paesaggistico, dagli illeciti nella filiera agroalimentare al racket degli animali» conclude Cannavò.