Rapporti sessuali rubati, consumati frettolosamente nel retro di una lavanderia. Lui, il capo, sposato e padre di famiglia, lei straniera, sua dipendente, in Italia da tanti anni e madre di tre figli.
Non è la storia di una trasgressiva relazione clandestina, la faccenda è ben più seria e ha a che fare con la violenza sessuale, con le sberle e le minacce di licenziamento. Botte, mani strette intorno al collo, promesse di violenze ancora più crudeli, fino ad ottenere i favori sessuali della donna.
È successo a Brugherio, ripetutamente, tra il 2011 e l’inizio del 2013. Poi però la vittima ha trovato la forza di reagire, si è licenziata e ha denunciato il suo aguzzino. L’epilogo è una denuncia per violenza sessuale e per maltrattamenti che vede indagato un piccolo imprenditore di 70 anni.
La giustizia farà il suo corso, per ora la straniera ha ottenuto un’ordinanza restrittiva che vieta all’ex capo di avvicinarla e anche solo di contattarla. L’autorità giudiziaria non ha esitato a disporre il provvedimento restrittivo, considerato che solo da gennaio alla primavera, il 70enne ha telefonato all’ex dipendente circa mille volte. In attesa che la ben più grave accusa di violenza sessuale venga chiarita fino in fondo, al violento imprenditore si contesta infatti il reato di stalking. La triste storia ha preso il via nel 2011, un paio d’anni dopo che la vittima, una 43enne dell’Est, era stata assunta presso la lavanderia, un esercizio commerciale che conta una manciata di dipendenti. Il principale ha iniziato a rivolgerle attenzioni particolari che si sono trasformate prima in una corte indesiderata e invadente e poi in veri agguati. Per quasi due anni la donna è andata al lavoro con l’angoscia di finire ancora una volta tra le braccia del capo, in assenza degli altri colleghi. Lui la afferrava con forza e le giurava che l’avrebbe picchiata e l’avrebbe lasciata senza lavoro se non si fosse piegata al suo volere.
Di questi tempi, perdere il lavoro per una madre che mantiene i figli è uno scenario da incubo, ma non sempre bastava a ficcare le resistenze della donna. Quando la faccenda si faceva troppo complicata, l’uomo ricorreva agli schiaffi e prendeva la sua vittima per il collo fino a renderla docile, rassegnata, ancora una volta. A maggio lei ha raggiunto il limite, non ce l’ha fatta più a sopportare i soprusi e ha deciso di liberarsi dell’incubo a qualsiasi costo. Si è licenziata e ha raccontato tutto ai carabinieri che hanno avviato gli accertamenti del caso. L’uomo è già stato sentito dall’autorità giudiziaria, dovrà rispondere di maltrattamenti e violenza sessuale.