Dalle colonne del Corsera, con un articolo scritto di suo pugno don Gino Rigoldi, cappellano dell’istituto penale per minorenni “C.Beccaria” di Milano, ringrazia il personale degli ospedali di Monza, San Gerardo, e Cinisello, Bassini, per l’umanità e la professionalità nel curare Andrea, uno dei ragazzi, appena diciottenne della struttura deceduto sabato 14 settembre in serata a causa di una grave infezione.
«Sabato sera – scrive – ho condiviso una scelta dolorosa della equipe medica del reparto rianimazione dell’ospedale San Gerardo di Monza. Era giusto lasciare andare Andrea perché anche il cervello è stato disastrato dalla gravissima infezione che aveva già attaccato il cuore ed i polmoni e così Andrea è spirato».
Parla di Andrea come di un ragazzo: «intelligente, simpatico, affettuoso, facile a combinare guai ma anche un po’ per questo figlio anche mio». Dice che inizialmente era stato ricoverato all’ospedale Bassini di Cinisello dove da parte di tutto il personale don Gino dice di aver sperimentato: «con una gradevole sorpresa molta gentilezza, pazienza, accompagnamento con il sorriso. L’equipe della rianimazione con la quale eravamo continuamente in relazione ci ha comunicato continuamente e pazientemente il lavoro ed i tentativi di tutto lo staff medico per arginare l’infezione. Ho potuto vedere passione, grande professionalità, tutti i tentativi possibili con il dispiacere per non riuscire».
La stessa esperienza – «di gentilezza di compassione e di passione, di grandi capacità scientifiche in campo per salvare la vita di Andrea» – vissuta dal cappellano all’Ospedale San Gerardo di Monza. «Settimane di tentativi della equipe medica, di condivisione delle speranze e dei fallimenti, di non volerlo lasciare andare fino a venerdì sera dove non solo i parenti e gli amici erano in lacrime ma anche i medici, le infermiere». «Spesso – conclude – la sanità pubblica viene indicata come maleducata, lenta, incompetente. Queste mie due esperienze del Bassini e del San Gerardo a me hanno detto il contrario e mi sembrava giusto comunicarlo».