Separarsi o divorziare in Comune ora costerà solo 16 euro. E a due mesi dall’entrata in vigore della norma sono già più di venti i casi di coppie che hanno deciso di adottare questa modalità per ufficializzare la fine di un rapporto negli uffici del Comune di Monza.
La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il 10 novembre 2014 la legge che consente la separazione consensuale, la richiesta congiunta di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, nonché la modifica delle condizioni di separazione o di divorzio con accordi conclusi innanzi all’ufficiale dello stato civile.
Per tali accordi è stato istituito un diritto fisso di 16 euro che il Comune riscuote a fronte di questo tipo di “servizio” che diversamente poteva costare anche migliaia di euro, passando per gli avvocati. Chi ha figli minori, o in caso di questioni patrimoniali da dividere, dovrà comunque passare per i legali.
Il passaparola su questo tipo di separazione low cost deve essere stato rapido se, in così poco tempo, le richieste agli uffici comunali si sono moltiplicate per questo tipo di pratica. «Si vede che molte coppie che finora non avevano regolarizzato la chiusura ufficiale del loro rapporto hanno deciso di provvedere con questo provvedimento che consente di spendere molti meno soldi rispetto a prima quando ci si doveva necessariamente rivolgere agli avvocati» commentano dall’ufficio Anagrafe del Comune di Monza.
Della ventina di domande che l’ufficio del Comune sta istruendo, la maggior parte riguarda i divorzi. Per questo tipo di provvedimento la fascia di età più interessata è quella dei cinquantenni che sono già passati per la fase della separazione.
Sono di trentenni, invece, la stragrande maggioranza di coppie che ha deciso di andare in Comune, davanti ad un pubblico ufficiale, a separarsi pagando 16 euro: giovani coppie che sono andate in crisi dopo pochi anni. E che con pochi soldi decidono di mettere ufficialmente fine al loro rapporto. Potrebbero essere anche di più i casi di coppie che si rivolgono al Comune per separarsi o divorziare, se non fosse solo per una clausola.
«Non possono accedere a questo tipo di provvedimento le coppie che hanno un figlio minore a carico, anche da altri rapporti» spiegano dal Comune.
Molte coppie, infatti, hanno chiesto informazioni al Comune per poter separarsi o divorziare ma si sono sentiti negare questa possibilità quando hanno detto che hanno un figlio da un precedente (o più spesso successivo) rapporto sentimentale. La quasi totalità delle coppie che ha richiesto questa modalità di separazione sentimentale è italiana.
«Bisogna attendere ancora qualche mese per capire l’entità del fenomeno – concludono dall’ufficio Anagrafe in queste settimane di avvio della procedura – ma è evidente che l’abbassamento considerevole del costo della separazione ha spinto, rispetto a prima, molte coppie a regolarizzare la loro situazione sentimentale».