Un grattacielo fatto soprattutto di appartamenti, qualche spazio dedicato al terziario e un supermercato di medie dimensioni. Uno stile simile a quello dei grattacieli che vanno sempre più di moda a Milano. Potrebbe essere questo il destino della torre incompiuta del Polo Tecnologico.
Dopo anni di abbandono e degrado e dopo parecchie aste andate a vuoto, qualcosa si sta muovendo intorno all’ “ecomostro” (così è stato battezzato). Da qualche mese è in corso un’interlocuzione tra i curatori fallimentari (intervenuti dopo il fallimento della società Addamiano proprietaria dell’area), l’amministrazione comunale e un operatore immobiliare interessato all’acquisto. Se n’è parlato in commissione urbanistica la scorsa settimana, quando è stato presentato il “documento di indirizzo per la revisione del programma integrato di intervento del Polo d’eccellenza”. Il documento presentato da due collaboratori docenti del Politecnico non è ancora ufficiale, ma contiene una serie di revisioni del progetto per “renderlo più appetibile” ai potenziali acquirenti, come ha spiegato tempo fa il sindaco Corti in consiglio comunale.
La torre potrebbe subire una riduzione delle volumetrie, ovvero una riduzione dei piani rispetto ai 22 attuali e ai suoi 90 metri d’altezza (incompiuti). Potrebbe esserci anche un cambio delle percentuali delle destinazioni d’uso. Il piano approvato dal consiglio comunale nel 2007 e sancito dalla convenzione siglata sempre nel 2007 dall’allora giunta di centrodestra prevede una distribuzione degli spazi tra terziario, commerciale e abitativo. Ora le percentuali potrebbero cambiare: il terziario potrebbe ridursi al minimo e aumenterebbe invece lo spazio dedicato al residenziale. Più appartamenti, meno spazi riservati ai servizi.
L’operatore immobiliare interessato all’acquisto ha fatto anche una richiesta precisa: la possibilità di realizzare una struttura di media distribuzione di vendita. Un supermercato di medie dimensioni. Una richiesta che, a quanto pare, l’amministrazione è intenzionata ad assecondare. Le modifiche del piano approvato ormai 14 anni fa devono essere avallate dall’amministrazione comunale. L’obiettivo della giunta Corti è quello di “portare a casa” l’operazione prima della fine del mandato. Ma ormai il tempo stringe, visto che le elezioni comunali sono previste per il prossimo autunno, e ci sono diversi e complessi aspetti tecnici da tenere in considerazione.
Tanto che la giunta comunale ha chiesto il parere ad un avvocato sugli aspetti più tecnici e in particolare sul quesito che preme di più: per l’approvazione delle modifiche è necessario il passaggio in consiglio comunale o basta il via libera della giunta? E per quali modifiche serve l’approvazione dell’aula? Se fosse necessario il passaggio il consiglio comunale su ogni tipo di modifica allora i tempi per concludere l’operazione non ci sarebbero. «Dopo anni di abbandono, non vogliamo lasciare cadere questa possibilità – afferma l’assessore all’urbanistica Giovanni Borgonovo – Si tratta di un vantaggio per tutta la città. Chiunque arriverà dopo di noi, troverà un percorso già avviato»